Gli stress emotivi portano i bambini a dubitare delle loro capacità
I bambini a cui capita di sperimentare eventi emozionali stressanti sono più portati, rispetto ad altri, a vedere loro stessi ed il loro mondo in maniera negativa e ciò li porta a sottostimare le loro capacità. Lo suggerisce uno studio a lungo termine realizzato su un campione di circa 1000 bambini delle scuole elementari statunitensi.
"Queste ricerche sono importanti poichè consentono di comprendere come lo stress emotivo sia un problema durante lo sviluppo dei bambini e non solo come fatto in sè negativo e doloroso ma per gli effetti che dimostra di avere a lungo termine sui bambini che tendono, dopo un evento stressante, a vedersi in una luce negativa e a sottostimare le proprie competenze e capacità." Lo afferma la Dott.ssa Eva Pomerantz, del Dipartimento di Psicologia dell'Università dell'Illinois, autrice della ricerca.
Molti ricercatori hanno concentrato i loro studi sulle origini dello stress emozionale nei bambini ma pochi di loro hanno cercato di seguire, invece, bambini che avevavo "provato" tale situazione per verificare in concreto cosa accadesse loro in prospettiva. "I costi di uno stress emotivo infantile si ripercuotono sullo sviluppo successivo e pongono i bambini nella situazione di sperimentare ulteriori sintomatologie e difficoltà emotive nel corso della loro vita." afferma la Dott.ssa Pomerantz.
Nel corso dello studio sono stati seguiti 932 bambini che frequentavano le scuole elementari durante la loro "carriera" scolastica per un periodo di 6 anni. A step fissi veniva chiesto ai bambini di effettuare una batteria di test che misurasse il loro livello di ansia e/o depressione, il loro modo di vedee se stessi, il loro mondo e la loro competenza. Quest'ultimo dato veniva poi comparato con ciò che realmente il bambino realizzava negli studi quotidiani.
In particolare si è cercato di studiare tre specifici effetti dello
stress emotivo sui bambini e la loro capacità di diminuire i livelli
di autostima. Il primo è quello relativo alla tendenza ad attribuire
i successi a fattori esterni ed i fallimenti alle proprie incapacità
ed il secondo è quello relativo alla sensazione di non "essere all'altezza
delle circostanze" o delle richieste dell'ambiente.
Vi è poi un terzo effetto che è quello relativo alla sensazione
di essere capaci di "affrontare la vita scolastica ma non quella sociale".
I risultati raggiunti dall Dott.ssa Pomerantz e dai suoi collaboratori indicano che le bambine sono più vulnerabili in relazione agli effetti dello stress emotivo e che sono più portate a sottostimare le proprie capacità con riferimento a tutti i campi esaminati anche se in campo sociale sembrano essere maggiormente "protette" dei bambini da una marcata comunicazione sociale favorevole. "Le bambine sono spesso maggiormente rassicurate sulle loro capacità rispetto ai loro compagni di età e questo le aiuta a superare più facilmente le situazioni problematiche" afferma la Dott.ssa Pomerantz.
Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio l'esatto meccanismo per cui lo sperimentare esperienze negative produce proiezioni future negative nei bambini e la tendenza a sottostimare la loro capacità e competenza ma i ricercatori suggeriscono alcune possibili soluzioni.
"La visione negativa di sè e del mondo che deriva dall'aver vissuto stress emozionali interferisce con la capacità di ricevere e comprendere correttamente i feedback valutativi ed interferisce con la capacità di autodifesa del bambino e lo porta a rifiutare impegni importanti e gravosi nella convinzione di non esserne capace. Ciò lo porta, in un circolo vizioso, a sottostimare la propria competenza e la propria capacità e a ripercuotere sul proprio comportamento in generale tale apprendimento." conclude la Dott.ssa Pomerantz.
Lo studio è stato pubblicato sul numero di Marzo/Aprile
di Child Development.