I gruppi di amici influenzano i preadolescenti nella scelta di comportamenti da "bullo"
Lo studio sembra confermare, quindi, la cosidetta "homophily ipotesis" che sostiene che il comportamento individuale è determinato dal gruppo di appartenenza.
"E' la prima volta che viene dimostrato come l'"homophily ipotesis" riesce a spiegare sia il bullismo che l'aggressività fisica fra i preadolescenti ma abbiamo verficato come riesca a spiegare meglio e di più il fenomeno "bullismo" poichè appare evidente dallo studio la correlazione fra gruppi di amici e meccanismi comportamentali di imitazione".
Come in precedenti studi realizzati dalla sua equipe, la Prof.ssa Espelange ha verificato che anche i ragazzi che non vengono direttamente coinvolti nel fenomeno e ne rimangono ai margini accettano decisamente il bullismo come una parte inevitabile della cultura e del clima del gruppo. Infatti spesso affermano: "Così vanno le cose".
Lo studio ha interessato, durante l'anno scolastico 1999-2000, 475 studenti delle classi medie che sono stati coinvolti all'inizio dell'anno in una prima ricerca e 384 di loro hanno partecipato anche alla seconda ricerca svolta alla conclusione dello studio. In entrambi i momenti i partecipanti erano al 51% ragazze e al 49% ragazzi.
"Quello che lo studio ci svela è che vi è la necessità, nel progettare programmi di prevenzione del disagio minorile, di tener conto di questa necessità, quasi compulsiva, da parte dei ragazzi, di imitare i comportamenti di gruppo anche quando li giudicano sbagliati" dice la Espelage "mentre oggi pochi programmi tengono conto della interazione gruppale e dei suoi effetti sul singolo."
tratto da Journal Child Development - n. 1/03