I libri ci dicono quanto siamo stati felici: misurati 200 anni di felicità
Esistevano "i bei vecchi tempi" quando le persone erano più felici? Le attuali politiche governative hanno più o meno probabilità di aumentare i sentimenti di benessere dei cittadini?
Utilizzando dei nuovi metodi innovativi, i ricercatori dell'University of Warwick, l'University of Glasgow Adam Smith Business School e il The Alan Turing Institute di Londra, hanno creato un nuovo indice che utilizza i dati di libri e giornali per tracciare i livelli di felicità nazionale dal 1820. La loro ricerca potrebbe aiutare i governi a prendere decisioni migliori sulle priorità politiche.
I governi di tutto il mondo stanno facendo sempre più uso dei dati sulla "felicità nazionale" derivanti dalle indagini, per aiutarli a considerare l'impatto della politica sul benessere nazionale. Sfortunatamente, i dati, per la maggior parte dei paesi, sono disponibili solo dal 2011 in poi e per alcuni selezionati, dalla metà degli anni '70. Ciò rende difficile stabilire quali siano le tendenze a lungo termine o dire qualcosa sulle principali cause storiche della felicità.
Per affrontare questo problema, un team di ricercatori, tra cui il professor Thomas Hills (Warwick e The Alan Turing Institute), il professor Eugenio Proto (Glasgow), il professor Daniel Sgroi (Warwick) e il dott. Chanuki Seresinhe (The Alan Turing Institute) hanno preso un'intuizione chiave della psicologia: molto spesso ciò che la gente dice o scrive, rivela molto sul loro livello di felicità sottostante, e ha sviluppato un metodo per applicarlo ai testi online di milioni di libri e giornali pubblicati negli ultimi 200 anni.
La principale fonte utilizzata per l'analisi è stata Google Libri, una raccolta di dati sulla frequenza delle parole per oltre 8 milioni di libri, ovvero oltre il 6% di tutti i libri mai pubblicati.
Il metodo utilizza norme di valenza psicologica (valori della felicità che possono derivare dal testo) per migliaia di parole in lingue diverse, per calcolare la proporzione relativa di un linguaggio positivo e negativo, per quattro nazioni diverse (USA, Regno Unito, Germania e Italia). Il team di ricerca ha anche controllato l'evoluzione del linguaggio, per tenere conto del fatto che alcune parole cambiano il loro significato nel tempo.
Il nuovo indice è stato convalidato rispetto alle misure esistenti basate sulle indagini e si è dimostrato una guida accurata sull'umore nazionale. Una teoria sul perché i libri e gli articoli di giornale siano una buona fonte di dati è che gli editori preferiscono pubblicare articoli che corrispondono allo stato d'animo dei loro lettori.
I ricercatori hanno scoperto che:
- Gli aumenti del reddito nazionale generano aumenti della felicità nazionale, ma ci vuole un enorme aumento per avere un notevole effetto a livello nazionale;
- Un aumento della longevità di un anno ha avuto lo stesso effetto sulla felicità di un aumento del 4,3 per cento del PIL;
- Un anno in meno di guerra ebbe l'effetto equivalente sulla felicità di un aumento del 30% del PIL;
- Nel Regno Unito del dopoguerra, il periodo peggiore per la felicità nazionale si verificò attorno al cosiddetto "Inverno del malcontento";
- Negli Stati Uniti del dopoguerra, il punto più basso dell'indice coincide con la guerra in Vietnam e l'evacuazione di Saigon.
Commentando i risultati, il professor Thomas Hills ha dichiarato: "La cosa straordinaria è che il benessere soggettivo nazionale è incredibilmente resistente alle guerre. Anche i temporanei boom economici e i disastri hanno un effetto limitato a lungo termine. Possiamo vedere la Guerra civile americana nei nostri dati, le rivoluzioni del '48 in tutta Europa, i ruggenti anni '20 e la Grande Depressione. Ma le persone tornarono rapidamente ai loro precedenti livelli di benessere soggettivo dopo la fine di questi eventi. La nostra felicità nazionale è come una chiave inglese che apriamo e chiudiamo per calibrare le nostre esperienze contro il nostro passato recente, con poca memoria durevole per i trionfi e le tragedie della nostra epoca".
Il professor Eugenio Proto ha aggiunto: "Il nostro indice è un importante primo passo per comprendere la soddisfazione delle persone in passato. Osservando i dati italiani, è interessante notare un lento ma costante declino negli anni del fascismo e un drammatico declino negli anni successivi all'ultima crisi economica del 2007".
Il professor Daniel Sgroi ha dichiarato: "Le aspirazioni sembrano avere molta importanza: dopo la fine dei razionamenti degli anni '50 la felicità nazionale era molto alta, così come lo erano le aspettative per il futuro, ma sfortunatamente le cose non si sono verificate come la gente avrebbe potuto sperare e la felicità nazionale ha avuto un declino per molti anni fino al punto più basso nell'inverno del malcontento".
La dott.ssa Chanuki Seresinhe ha dichiarato: "Era davvero importante garantire che il significato mutevole delle parole nel tempo fosse preso in considerazione. Ad esempio, la parola 'gay' aveva un significato completamente diverso nel 1800 rispetto a oggi. Abbiamo elaborato terabyte di dati di parole ricorrenti di Google Libri per capire come il significato delle parole è cambiato nel tempo e convalidiamo i nostri risultati utilizzando solo parole con i significati storici più stabili."
Fonte
- Thomas Hills, Eugenio Proto, Daniel Sgroi, Chanuki Seresinhe. Historical Analysis of National Subjective Wellbeing using Millions of Digitized Books. Nature: Human Behaviour, 2019 DOI: 10.1038/s41562-019-0750-z
Articolo a cura del Dottor Andrea di Maio
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