I nuovi linguaggi digitali: emoji ed emoticon
Emoji ed emoticon possono fornire informazioni chiave tipiche della comunicazione faccia a faccia, ed ancora della più comune forma del linguaggio scritto, come quella utilizzata nei libri di testo.
Una nuova ricerca ha scoperto che i messaggi di testo come le emoticon, le ortografie irregolari ed i punti esclamativi nei messaggi di testo non sono semplicemente metodi grezzi o sciatti per sostituire il linguaggio scritto.
I ricercatori della Binghamton University, State University di New York, spiegano che questa tipologia di messaggi di testo aiutano a trasmettere significato e intenti in assenza di conversazioni verbali.
"In contrasto con la conversazione faccia a faccia, i messaggi di testo o “texters” (che comprendono anche l’invio di emoji ed emoticon) non possono fare affidamento su spunti extralinguistici come il tono della voce e le pause od i segnali non linguistici come le espressioni facciali ed i gesti", ha riferito la Dottoressa Celia Klin.
"In una conversazione orale, le espressioni (extralinguistiche e non) non sono semplicemente aggiunte alle nostre parole; ma trasmettono delle informazioni critiche ed essenziali negli scambi comunicativi. Un'espressione facciale o un tono ascendente di voce può cambiare completamente il significato delle nostre parole", ha poi affermato la Dottoressa Celia Klin.
"È stato suggerito che un modo in cui i texters aggiungono significato alle parole è usando "textisms" – come ad esempio attraverso l’invio di emoticon, emoji, ortografia irregolare (cosaaaaaa) ed un uso irregolare della punteggiatura (!!!)."
Uno studio condotto nel 2016 dalla Klin ha rilevato che i messaggi di testo che terminano con un punto sono considerati meno sinceri dei messaggi di testo che non terminano con un punto.
La Klin ha poi approfondito ulteriormente questo argomento, conducendo esperimenti per verificare se le persone che leggono i testi (di un sms) comprendono i messaggi che utilizzano questo tipo particolare di linguaggio (fatto di simboli più che di parole); chiedendo inoltre loro come la comprensione di un testo di una sola parola (ad esempio, sì, no, forse) in risposta ad un invito sia influenzata dalla presenza o dall’assenza , di un “periodo chiuso” tramite l’uso della punteggiatura (ad es. il punto, come conclusione di un pensiero).
"Nella scrittura formale, come ad esempio quella che ritroviamo in un romanzo o in un saggio, il punto è quasi sempre usato grammaticalmente per indicare che una frase è completa. Nei messaggi di testo od sms, si è scoperto invece, che il punto, e la punteggiatura in generale, può essere utilizzata retoricamente per aggiungere significato ", ha detto la Dottoressa Klin.
"In particolare, ciò si è potuto osservare quando all’invio di una domanda (ad esempio: “Ho un nuovo cane. Vuoi venire a vederlo?”), L’altro interlocutore rispondeva con una sola parola (ad esempio, sì); chi leggeva il messaggio di testo assegnava un significato differente alla risposta ricevuta, a seconda se si concludeva con un un “periodo chiuso” da un punto (sì.) o meno (sì).
Si è potuto concludere, che sebbene la punteggiatura svolga una funzione grammaticale anche nei messaggi, proprio come accade nel tipo di scrittura più formale, essa può tuttavia anche contribuire nel modificare il significato del testo del messaggio.
I ricercatori sono consapevoli che i messaggi di testo rappresentano una nuova forma di linguaggio che si evolve in tempo reale. In quanto tale, questo è un momento unico per osservare il modo in cui i metodi di comunicazione tradizionali si adattano al nuovo canale.
Quello che stiamo vedendo con la comunicazione elettronica è che, come per qualsiasi esigenza linguistica insoddisfatta, stanno emergendo nuove costruzioni linguistiche per colmare il divario tra ciò che le persone vogliono esprimere e ciò che sono in grado di esprimere con gli strumenti a loro disposizione.
I risultati indicano che la nostra comprensione della lingua scritta varia da un contesto all'altro. Leggiamo i messaggi (chat o sms) in un modo leggermente diverso da quello con cui leggiamo il linguaggio scritto utilizzato nei romanzi o nei saggi. Inoltre, tutti gli elementi dei nostri messaggi - la punteggiatura che scegliamo, il modo in cui le parole sono scritte, un tipo particolare faccina (emoticon) - possono cambiare realmente il significato di ciò che si vuole comunicare.
La speranza, naturalmente, è che il significato che viene compreso dalla persona a cui il messaggio è stato inviato sia davvero quello che intendevamo. Spesso infatti questa tipologia di messaggistica può causare incomprensioni tra gli interlocutori.
"I risultati degli attuali esperimenti rafforzano l'affermazione che la divergenza dalla lingua inglese formale scritta che si trova nella comunicazione digitale non è né arbitraria né approssimativa", ha affermato Klin.
Lo studio è stato pubblicato nella rivista Computers in Human Behavior.
Tratto da Psych Central
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Emanuela Torrente)
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