I sogni e il loro significato nella storia dell'umanità. Dalla divinazione all'interpretazione
Come è facile immaginare, poiché l'attività onirica è connaturata all'uomo, ne abbiamo testimonianza sin da quando si ha notizia della specie umana. E sin da allora, in quanto uomini, ci chiediamo che funzione abbiano e in che modo poter comunicare con loro.
Uso il termine "comunicare" perché è curioso notare come i sogni siano spesso percepiti come "altro da noi", per cui l'unico rapporto possibile con loro passa attraverso l'attività comunicativa, cioè lo scambio.
Vedremo che questo scambio potrà prendere la forma di concetti, azioni o anche di riti, perché molte e diverse sono le persone e le culture che se ne occupano o che se ne sono occupate lungo la storia dell'umanità.
Prime testimonianze
La prima testimonianza della presenza consapevole del mondo onirico nella specie umana, può essere considerata quella dei disegni presenti nelle grotte di Lascaux: abbozzati a carboncino sulla parete delle grotte.
Sembra che ritraggano la rappresentazione di un sogno, o comunque il prodotto di un'operazione mentale, di una fantasia o di un ricordo di caccia al bisonte.
Con l'introduzione della scrittura nella cultura babilonese, troviamo la prima descrizione di un sogno nella leggenda "l'Epopea di Gilgamesh", che risale al 2000 a.C.
Viene qui descritto il sogno del principe Gilgamesh in cui quest'ultimo incontra Enkidu, il suo alter ego onirico. Dapprima tra i due scoppia lo scontro ma, poiché nessuno riesce a prevalere sull'altro, il principe decide di adottare Enkidu come fratello gemello, con il benestare della madre.
Quando Gilgamesh racconta questo sogno alla madre Ninsun, lei lo interpreta in senso profetico trovando in esso la chiave per la futura forza del figlio.
È evidente in questo, l'atteggiamento che prima abbiamo definito come "comunicativo".
Tratto da:"humantrainer.com" - Prosegui nella lettura dell'articolo