Il bullo: Quando l'affermazione di se' nuoce all'altro

Definizione e etimologia:
"E' malvagio. Quando uno piange, egli ride. Provoca tutti i piu' deboli di lui, e quando fa a pugni, s'inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando puo', nega con una faccia invetriata, e' sempre in lite con qualcheduno. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro". Cosi' Edmondo de Amicis ci dipinge il "bullo" Franti nel libro Cuore.
Ma chi e' il bullo? Cercando i sinonimi del termine troviamo: delinquentello, giovinastro, bravaccio, smargiasso, teppista, borioso, gradasso, sbruffone, spaccone, vanaglorioso, ragazzaccio, malandrino, vandalo.
Nonostante non si trovi nei dizionari storici, "bullo" e' una parola antica che risale al Rinascimento.
Tommaso Garzoni, erudito nato a Bagnacavallo, la uso' in una sua opera, "La piazza universale di tutte le professioni del mondo" pubblicata a Venezia nel 1585. In quest'opera, il termine bullo era affiancato a «bravazzi, spadaccini e sgherri di piazza». Il primo a registrare questo termine in un dizionario e' Alfredo Panzini: lo definisce voce romanesca che sta per "smargiasso, bravaccio, teppista".
Il significato della parola dunque si associa all'inizio ad un'idea di violenza organizzata e ad un concetto di isolamento ed estraneita', di prevaricazione e di prepotenza.
Poi nel Novecento il significato si attenua: indica per lo piu' soltanto un giovane arrogante. Non solo. Nel secolo scorso si trova in letteratura, con Pasolini, persino un vezzeggiativo: bulletto di provincia.
La definizione di bullo in Italia ha un'accezione che stempera la gravita' della violenza e sopraffazione che vuole denunciare. Il bullo, nel senso comune, e' il gradasso, quello che si da' delle arie, ma che non necessariamente prevarica gli altri, anzi spesso il termine "bullo, bulletto" ha un'accezione positiva, di affettuosa presa in giro. E' pero' necessario mettere da parte questo significato per comprendere il problema: il bullo e' un ragazzo o una ragazza che compie degli atti di prepotenza verso un proprio pari sfruttando il fatto di essergli in qualche modo superiore, queste prepotenze non sono occasionali, ma si ripetono nel tempo, configurandosi come una vera e propria persecuzione.
Caratteristiche del bullismo:
Fare il bullo significa dominare i piu' deboli con atteggiamenti aggressivi e prepotenti, sottoporre a continue angherie e soprusi i compagni di classe o di giochi fisicamente e caratterialmente piu' indifesi.
Citiamo la definizione di Dan Olweus: "uno studente e' oggetto di azioni di bullismo, ovvero e' prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di piu' compagni". (Olweus, 1996).
Il bullismo puo' essere considerato una sottocategoria del comportamento aggressivo, con alcune caratteristiche distintive: l'intenzionalita' (mira deliberatamente a ferire, offendere, arrecare danno o disagio); la persistenza nel tempo, l'asimmetria di potere (nella relazione, il bullo e' piu' forte e la vittima e' piu' debole e spesso incapace di difendersi).
Tratto da: "humantrainer.com" - Prosegui nella lettura dell'articolo