Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente
Il cervello dei razzisti funziona in modo diverso e, a differenza di quello di chi è libero da pregiudizi, fatica a identificarsi spontaneamente nella sofferenza fisica di individui di altri gruppi etnici. Lo ha dimostrato un team di neuroscienziati italiani in una ricerca che sarà pubblicata a giugno sull'autorevole rivista scientifica Current Biology. Gli studiosi hanno mostrato a un campione di 40 universitari, in parte bianchi italiani e in parte neri africani residenti in Italia, immagini di aghi che venivano conficcati sul dorso di mani con la pelle di diverso colore. I soggetti sono stati sottoposti a stimolazione magnetica transcranica, una tecnica che consente di registrare l’attivazione dei circuiti neuronali associati a diversi movimenti del corpo, sensazioni tattili e dolorose, allo scopo di intercettare i correlati nervosi dell'empatia.
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