Il desiderio di lavorare
Sono circa 690.000 le persone in Italia interessate da un tumore in età lavorativa. Chi si ammala desidera però continuare a essere parte attiva della società, non rinunciando alla propria professione. Sono tre malati su quattro a voler lavorare e spesso non sanno che esistono norme che prevedono specifiche tutele e facilitano il reinserimento, prevedendo ad esempio il passaggio al part time.
In occasione della VI Giornata nazionale del malato oncologico, organizzata dalla FAVO (Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), i rappresentanti dei volontari hanno evidenziato la necessità di mettere a punto modelli che siano adottati dalle imprese per rispondere alle esigenze dei pazienti.
Il professor Marco Venturini, presidente eletto dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), spiega: «È nostro compito trasmettere un concetto fondamentale: chi è colpito da tumore può continuare a lavorare, ma le sue prestazioni possono cambiare. Ad esempio la chemioterapia richiede tempi di recupero e specifico sostegno. Dobbiamo offrire ai pazienti gli strumenti perché comprendano le tossicità delle terapie a cui sono sottoposti e indicare al mondo del lavoro che i malati oncologici possono e devono lavorare, ma non necessariamente come prima della malattia».
Tratto da: "msn.com" - Prosegui nella lettura dell'articolo