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Illusioni lavorative e immagine sociale delle professioni d'aiuto

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on . Postato in News di psicologia | Letto 1373 volte

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Nel complesso sistema scolastico ed accademico, non è semplice scegliere il percorso che più ci rappresenta. Questo succede anche perchè molti dei ragazzi che fanno questa importante scelta non sono correttamente informati su ciò che andranno a studiare e a quale professione andranno a rappresentare, specialmente nelle professioni definite "d'aiuto".

Illusioni lavorative e immagine sociale delle professioni daiuto

Durante il percorso di studi, in italia ma anche all'estero, abbiamo la possibilità di scegliere l'indirizzo che crediamo più adatto alle nostre passioni, propensioni e inclinazioni naturali.

Ad esempio verso i 14 anni la prima ed importante scelta da compiere è a quale istituto superiore iscriversi, scegliere le materie principali che dovremo studiare per gli anni futuri e una volta terminato, se decidessimo di proseguire con la carriera universitaria, intraprendere il corso di studi con un indirizzo che riteniamo più consono per noi.

Di fronte a questi momenti cruciali, una volta compreso il futuro per il quale investiremo i successivi anni, ciò che sicuramente dovremmo sapere è per quale lavoro stiamo affannosamente cercando uno sbocco. Per quanto possa sembrare una riflessione banale, attraverso uno studio italiano, vedremo come molti ragazzi e ragazze rispettivamente alla soglia della scelta degli indirizzi, non ha sempre ben chiaro quali sono gli sbocchi professionali, le diverse mansioni dei vari ruoli professionali e le materie che andrà ad affrontare una volta scelto l'indirizzo di studi.

Per ciò che riguarda gli indirizzi socio-psico-educativo in italia, esistono dei percorsi ben distinti e con sbocchi professionali separati. Ciò nonostante, per le professioni definite "di cura", esistono poche idee chiare a molti giovani, su quali percorsi intraprendere. Molti di loro si ritrovano, una volta intarpreso un indirizzo, ad abbandonare gli studi a causa della 'scoperta' che fa in itinere.

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Per questo esiste uno strumento di autovalutazione per le professioni socio-psico-pedagogiche. Lo strumento è stato somministrato agli studenti del secondo/terzo anno dei percorsi di studio implicati (Scienze dell’educazione, Scienze e tecniche psicologiche, Servizio sociale e Scienze della formazione primaria), per individuare le misconcezioni che permangono più frequentemente, sulla base delle quali sono stati costruiti percorsi orientativi per le secondarie.

La parte rilevante ha mostrato il permanere di una percentuale elevata di rappresentazioni limitate o scorrette in studenti giunti circa alla metà di percorsi di studio professionalizzanti, con un’enfasi verso l’infanzia o verso aspetti clinici, tipici di una parte dei professionisti in ambito psicologico.

Infatti i risultati dello studio hanno evidenziato come ad esempio, per gli studenti iscritti alla Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, circa la metà era propensa allo studio di materie inerenti alla professione, l'altro 50% degli studenti seleziona attività tipiche di altri professionisti. "Da sottolineare che quasi 1 su 5 dei “futuri insegnanti” invece privilegia per il proprio futuro lavorativo l’attivazione di “uno sportello di ascolto per adulti in difficoltà (es. donne vittime di violenza, anziani, migranti)” e circa il 19% desidererebbe “condurre attività ludiche, socializzanti e formative presso i Centri ricreativi per anziani”, ambiti di lavoro chiaramente appartenenti ad altri professionisti".

Di fronte a questi esiti gli autori dello studio hanno ritenuto attivare iniziative di “orientamento differenziale” per gli studenti delle scuole secondarie. Si tratta di interventi che consentono loro di effettuare un’attenta autoanalisi e un confronto con professionisti che raccontano la loro quotidianità, evidenziando gli aspetti gratificanti, le difficoltà, le caratteristiche personali, le conoscenze e le competenze da acquisire per svolgere la professione.

I percorsi hanno riguardato un campione di 240 studenti delle secondarie e si sono mostrati efficaci nel favorire la formazione di rappresentazioni professionali più aderenti all’attuale pratica professionale.

 

È importante quindi scegliere materie che intendiamo studiare per il futuro che desideriamo realizzare, a prescindere dal fatto che si può sempre cambiare idea, per non trovarsi a fare i conti con anni di studio che non soddisfano il nostro immaginario professionale.

 

 

 

Riferimento:

  • Educatori, assistenti sociali, psicologi e insegnanti: uno strumento per l’autovalutazione delle rappresentazioni professionali degli studenti. Paola Ricchiardi, Emanuela M. Torre, Lara Colombo, Marilena Dellavalle, Chiara Ghislieri, Paola Torrioni. Educational Reflective Practices (ISSNe 2279-9605), 1/2021 Doi: 10.3280/erpoa1-2021oa11510.

     

     

     

     

     

    ( a cura della dott.ssa Assunta Giualiano)

     

     

     


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Tags: scuola carico di lavoro professioni d'aiuto infomazione immagine sociale

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