In ospedale a parlare di sessualità
Dedicare qualche ora alle donne operate per un tumore al seno o alle ovaie, per aiutarle a vivere meglio le conseguenze delle cure sui rapporti di coppia. L'esperienza del Dana-Farber Cancer Institute di Boston
Cambia il corpo, cambia la percezione della propria immagine e cambia il modo vivere la femminilità. Gli interventi e le cure per un tumore al seno o alle ovaie hanno profonde conseguenze sulla sessualità, intesa in senso molto ampio, e sui rapporti di coppia.
Le terapie anti-ormonali, per esempio, comportano anche nelle donne più giovani una menopausa precoce difficile da accettare, che porta con sé secchezza vaginale e difficoltà nei rapporti sessuali. Non è una questione solo fisica, ma anche psicologica, che incide pesantemente sulla qualità di vita. Eppure questo tema per molti è ancora un tabù: i medici sono spesso reticenti a informare le pazienti circa queste conseguenze del percorso terapeutico, a prepararle, a dare loro consigli che vadano oltre il trattamento del tumore.
Uno studio americano. Sarebbe più semplice, per le donne, se fossero preparate ed informate, e potessero contare sui medici anche per far fronte a questi problemi? È la domanda che si è posta Sharon Bober, fondatrice e direttrice del Sexual Health Program presso il Dana-Farber Institute di Boston. La psicologa ha testato un suo progetto su un ristretto gruppo: 37 donne con una mutazione Brca (nota per aumentare di molto il rischio di sviluppare nel corso della vita tumori al seno e alle ovaie) che avevano deciso di sottoporsi a un intervento di chirurgia preventiva al Dana-Farber.
Tratto da: la rebubblica.it - Prosegui nella lettura dell'articolo
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