L’attività dell’amigdala come predittore di DPTS
I risultati di un nuovo studio hanno mostrato come le tecniche di neuroimaging delle funzioni emotive del cervello possano contribuire a predire se una persona svilupperà un Disturbo Post Traumatico da Stress in seguito ad un trauma acuto.
La ricerca, effettuata presso l’Emory University in Georgia in associazione con l’Harvard Medical School e il McLean Hospital in Massachusett, ha dimostrato la presenza di una relazione tra l’attività di due regioni cerebrali chiave, coinvolte nella regolazione emotiva, l’Amigdala e la Corteccia Cingolata Anteriore (ACC) in seguito a un trauma e i sintomi di Disturbo Post Traumatico Da Stress (DPTS), emersi entro un anno dall’evento.
“Questo studio introduce un nuovo potenziale biomarker per il DPTS, evidenziando un nuovo ruolo per le tecniche di neuroimaging nella ricerca sul DPTS” ha spiegato il Dottor John Krystal, redattore della rivista Biological Psychiatry. Infatti, l’identificazione di un biomarker per il DPTS potrebbe avere delle importanti implicazioni nella prevenzione e nel trattamento precoce dei sintomi di tale disturbo.
Inoltre, la Dottoressa Jennifer Stevens dell’Università di Emory ha affermato: “La ricerca di questi marcatori biologici che indicano uno scarso recupero è molto importante, poiché ci permetterà di individuare i soggetti più a rischio in seguito ad un trauma e di intervenire precocemente prima dell’insorgenza di disturbi, quali il DPTS e la depressione”
Nello studio, Stevens e colleghi hanno utilizzato immagini della risonanza magnetica funzionale per misurare l'attività cerebrale di 31 persone circa un mese dopo un evento traumatico. Non sono stati trattati traumi da guerra e sono stati presi in considerazione eventi traumatici quali incidenti automobilistici o violenze sessuali.
Durante l’osservazione da parte dei partecipanti di immagini di volti spaventati (indice di pericolo), i ricercatori hanno esaminato il modo in cui l’attività neurale ha reagito a livello dell’Amigdala e dell’ACC, una regione cerebrale che regola il funzionamento dell’amigdala, ed anche il cambiamento nel tempo di tale attività in seguito all’osservazione ripetuta di questi volti. I sintomi auto - riferiti di DPTS sono stati valutati 1, 3, 6 e 12 mesi dopo il trauma.
I soggetti con una più intensa risposta dell’amigdala ai volti spaventati hanno riferito anche sintomi precoci più gravi e hanno mostrato una più alta probabilità di mantenere i sintomi del DPTS nel corso dell’anno successivo.
Inoltre, nello studio è emerso come in coloro i quali era stata registrata una marcata riduzione dell’attività dell’ACC ventrale con la ripetuta visione di tali immagini, definito “adattamento”, hanno dimostrato una scarsa traiettoria di recupero.
Questi risultati hanno permesso di dimostrare come un’elevata reattività dell’amigdala e l’adattamento dell’ACC ventrale in seguito ad una minaccia possano predire l’emergere di sintomi del DPTS dopo un evento traumatico. Pertanto, potrebbe essere utile sviluppare trattamenti in grado di ridurre la reattività dell’amigdala, ad esempio attuando interventi psicoterapeutici o trattamenti farmacologici subito dopo un trauma.
Tratto da: sciencedaily
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
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