La dipendenza da sport
Lo sport può assumere un gran valore, educativo, psicologico e sociale. Se da un lato è indubbio che la partecipazione all’attività fisica regolare conferisca un gran numero di effetti fisiologici e psicologici positivi, come la riduzione di malattie cardiovascolari, di osteoporosi, di ipertensione (Bouchard, Shepard, & Stephens, 1993), dall’ altro non si possono non considerare i rischi legati al concepire e al vivere lo sport in determinati modi, alcuni dei quali possono diventare estremi e controproduttivi.
La passione per lo sport e la fiducia nelle possibilità e nei benefici ad esso correlati, infatti, non deve solo spingere ad osservarne gli aspetti positivi, ma portare anche a cogliere criticamente ciò che, negativamente, la partecipazione ad uno sport può comportare.
In questa prospettiva possiamo osservare quanto oramai sia assodato che l’esercizio, dal genere femminile come da quello maschile, viene praticato più spesso per l’apparenza che per i suoi benefici legati al benessere (Miskin, Rodin, Silverstein, & Striegel-Moore, 1996), ed in maniera più grave ci si può riferire al fanatismo per lo sport ed al concetto di sovra-esercizio.
Lo sport può infatti diventare anche un’ossessione dannosa per la salute stessa come dimostrano i numerosi casi di quella che viene definita comunemente (ma talvolta anche impropriamente) come “dipendenza dallo sport”: nel tempo sono stati coniati termini nuovi come sport addiction, compulsive exercise o exercise dependance, per descrivere un tipo di attività fisica estrema, sia in frequenza che in durata, accompagnata da un’irresistibile coazione alla prestazione e da possibili crisi di astinenza (Morgan, 1979)
Tratto da : "vertici.com" - Prosegui nella Lettura dell'Articolo