La memoria “cache” del cervello
Quando guidiamo un’automobile o ci allacciamo le scarpe memorizziamo una serie di gesti che vengono richiamati in modo più veloce e automatico ogni volta che compiamo nuovamente quell’azione. È la cosiddetta working memory o memoria procedurale, il cui funzionamento assomiglia a quello della memoria cache di un computer che, per esempio, ci permette di aprire più velocemente una pagina internet già visitata.
Uno studio condotto da Gianluigi Mongillo dell’istituto di ricerca francese Cnrs, e Omri Barak e Misha Tsodyks del Weizmann Institute (Israele) sembrerebbe smentire la convinzione diffusa che questo tipo di memoria venga fissata grazie all’attività continua di un certo numero di neuroni specifici: al contrario, la memoria procedurale sarebbe registrata a livello dei cambiamenti chimici che restano nelle cellule dopo il passaggio dell’impulso nervoso nelle sinapsi (i punti di contatto e comunicazione fra i neuroni).
Tratto da "Galileonet.it" - prosegui nella lettura dell'articolo