La memoria declina dopo i venti anni
PSICONLINE NEWS n. 74 (26.8.2001)
La memoria comincia a perdere colpi ed inizia la fase di declino appena superati i vent'anni..Questa è la conclusione di una ricerca condotta recentemente su un campione di circa 350 soggetti adulti di età compresa tra i 20 ed i 90anni da parte del dr.Park e dei suoi collaboratori, presentata nei giorni scorsi al meeting annuale dell'American Psychological Association tenutosi a San Francisco.
Questa graduale riduzione delle abilità mnestiche ed in generale del potenziale cognitivo non sarebbe però visibile negli anni che seguono il declino se non quando la perdita di informazioni raggiunge livelli tali da inficiare il normale svolgimento delle attività quotidiane. "I giovani adulti di età compresa tra i 20 ed i 30 anni non percepiscono una riduzione delle loro capacità di memoria, nonostante questa avvenga negli stessi termini dei soggetti di età compresa tra i 60 ed i 70anni.." - dice il dr.Park - "..Questo perché il "capitale" mnestico posseduto in giovane età è superiore a quello normalmente utilizzato e quindi una piccola perdita di esso non risulta essere un fattore deficitario per l'individuo..".Con il tempo, quando ci si avvicina ai 60anni, il progressivo calo della capacità cognitiva generale comincia a farsi sentire; solo negli ultimi anni, da quando cioè le persone sono diventate più attente alla propria salute ed hanno cominciato a far ricorso a farmaci e terapie preventive, questo aspetto della vita mentale di ognuno di noi è stato pienamente riconosciuto anche nelle fasce di età tradizionalmente considerate non soggette a declino mnestico.
E' risaputo d'altronde che le persone anziane sono anche più soggette a sviluppare fenomeni di "distorsioni" di memoria, cioè essenzialmente errori nel ricordo di eventi passati, e questo probabilmente perché le lacune della memoria, sempre più numerose col procedere dell'età, tendono ad essere riempite da elementi nuovi o presi da altri contesti e "risistemati" in ricordi che, nonostante vengano vissuti come propri, possono avere poco a che fare col proprio passato.
"Gli anziani - dice Park - tendono a presentare falsi ricordi come fossero veri o parlano di fatti che in realtà non hanno vissuto come se fossero accaduti a loro stessi..Inoltre tendono a ritenere vero ciò che odono o dicono più spesso, cosicché una qualsiasi informazione, anche scarsamente attendibile, ripetuta nel tempo diviene per loro a mano a mano una realtà di fatto; i soggetti più giovani invece mantengono più differenziate queste informazioni, nel senso che ne riconoscono la familiarità ma preservano la nozione fondamentale che si tratta di notizie false..".
(tratto da: "Research Shows Memory Begins Its Decline in Early 20s " - DataMonitor Healthcare Newswire - August 14, 2001).