Pubblicità

La mente lavora nel sonno?

0
condivisioni

on . Postato in News di psicologia | Letto 1044 volte

1 1 1 1 1 Votazione 0.00 (0 Voti)

PSICONLINE® NEWS n. 86 - 18.11.2001

Diverse ricerche finora condotte sul sonno hanno più volte ribadito che la mente sarebbe attiva e funzionante ed occuperebbe questo tempo per processare le informazioni attraverso modalità secondarie che vengono poi utilizzate durante la veglia. Altri recenti studi condotti sull'argomento sembrano invece non confermare queste conclusioni.Il dr. Robert Stickgold, docente presso il Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Harvard, è un assertore della prima ipotesi: "..Il cervello durante le ore di sonno lavora sulle informazioni raccolte durante il giorno e compie operazioni di elaborazione su di esse in modo che possiamo attribuire loro un significato ed un senso in base alle nostre precedenti esperienze." - dice Stickgold - "..Capire infatti la complessità del mondo e decifrare gli stimoli che ci raggiungono durante le fasi di veglia cosciente richiedono un difficile compito di elaborazione cognitiva ed affettiva che avviene in maniera particolare durante le opre di sonno..".

Di parere contrario è invece il dr.Jerome Siegel, ricercatore presso il Center for Sleep Research-Department of Veterans Affair , che ha condotto numerosi studi sul sonno senza rilevare alcun particolare tipo di attività della mente durante le ore di sonno.
"Fin dall'inizio dei tempi - dice Siegel - c'erano teorie sul potere del sonno e dei sogni, sul venire in contatto con gli antenati, sulla possibilità di sperimentare una nuova dimensione..Le ultime teorie hanno invece focalizzato l'attenzione sul fatto che la mente durante il sonno possa essere impegnata in problemi di processazione, elaborazione ed anche apprendimento delle informazioni ricevute in fase di veglia. Non ci sono però evidenze di tutto questo…".

" In tutte le ricerche compiute sul sonno - -ribadisce Stickgold - .. i soggetti che dormono e raggiungono le fasi di sonno REM (Rapid Eyes Movements o sonno profondo) producono risultati e prestazioni migliori rispetto a quelli che sono stati deprivati di questo tipo di sonno profondo..E' ipotizzabile che il cervello funzioni in maniera integrata, con una parte che assembla i dati accumulati in memoria e li rende disponibili per le nuove informazioni in entrata, processate da un'altra zona funzionale dell'area cerebrale, che le elabora e le ordina conferendogli senso..Basterebbero i comuni episodi in cui dopo una buona dormita si riescono a prendere decisioni e risolvere a volte problemi anche difficili, per convincerci di questa attività della mente durante il sonno..".

(tratto da:" Sleep Scientists Still Disagree" - Associated Press - Nov. 2001)

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Cosa ne pensi dello Psicologo a scuola?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Gelosia retroattiva

La gelosia retroattiva prende anche il nome di sindrome di Rebecca, nome ispirato dal film di Alfred Hitchcock, ovvero Rebecca la prima moglie, tratto dal roman...

Belonefobia

La belonefobia è definita come una paura persistente, anormale e ingiustificata degli aghi e gli spilli, conosciuta anche come aicmofobia o aichmofobia. ...

Sindrome di Stoccolma

Con l'espressione Sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di ep...

News Letters

0
condivisioni