La personalità artistica
Dopo Freud, gli psicoanalisti si sono interessati ai meccanismi della creatività e molti di loro hanno avanzato l’ipotesi di un fattore trainante, presente in ogni opera d’arte, e cioè: il desiderio della madre. Bisogna, infatti, tener conto dell’importanza che riveste la figura materna nell’organizzazione della personalità, associata, però, anche ad un altro fattore ugualmente importante: la depressione.
Nei creatori, non a caso, si è riscontrato, spesso il persistere della compiacenza infantile e la ricerca della madre anche nell’età adulta. Secondo A. Di Benedetto, l’esperienza estetica sembra contenere, sia l’elemento maniacale che quello depressivo facendo appello a due esperienze introiettate: il sentimento di “fusione” con il seno materno; il riconoscimento di un oggetto “separato ”.
Si tratta di due aspetti contraddittori dell’esperienza psichica: l’uno, appunto, “maniacale”, nel quale è contenuta la fusione con qualcosa di grande e l’altro di depressione, in cui è implicito il dolore della separazione. L’esperienza estetica, dunque, li contiene entrambi, riuscendo a coniugare una sorta di gioiosa estasi mistica, di immedesimazione con l’oggetto, con un acuto senso di alterità e di individualità .
Winnicott ritiene che, la creazione prende origine da un elemento femminile, trasmesso molto presto al fanciullo, attraverso uno “sguardo metaforizzante”, che consentirebbe delle proiezioni immaginifiche .
Tratto da: "mentesociale.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo