La sinestesia regala memoria di ferro e creatività
Fu Francis Galton, cugino di Charles Darwin, ad accorgersi nell'800 che alcune persone associavano a specifiche note particolari colori e viceversa, in una sorta di “confusione sensoriale” che il poliedrico scienziato (fu antropologo, climatologo, si interessò di psicometria) chiamò sinestesia. Oggi due studiosi dell'università della California, analizzando soggetti con questa caratteristica, sono arrivati a stabilire che la sinestesia non è stata eliminata nel corso dell'evoluzione perché regala capacità cognitive “speciali”, una sorta di marcia in più.
SINESTESIA – La faccenda sarebbe piaciuta a Darwin, giustappunto: come altre caratteristiche umane e non solo, anche la sinestesia avrebbe infatti un suo perché evolutivo, tratteggiato da David Brang e Vilayanur Ramachandran in uno studio e un podcast pubblicati su PloS Biology . I due autori spiegano innanzitutto che il fenomeno riguarda dal 2 al 4 per cento della popolazione generale e ha una decisa componente genetica: nel 40 per cento dei casi infatti il sinesteta ha familiari con la stessa peculiarità.
Tratto da: "corriere.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo