La terapia del perdono nella depressione
La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso che affligge circa il 25% dei pazienti che si rivolgono alle cure primarie negli Stati Uniti. La malattia mentale non è un problema isolato, dal momento che può essere associata anche a patologie come l’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete e il cancro.
Tuttavia, la depressione può essere trattata attraverso i farmaci e vari approcci psicologici che si sono rivelati efficaci.
ra questi, la Terapia Cognitivo – Comportamentale, che consente il riconoscimento e il blocco dei pensieri disadattivi e la loro sostituzione con pensieri e comportamenti adattivi; la Terapia basata sulla Mindfulness, invece, prevede pratiche di consapevolezza dei sintomi volte ad impedire pensieri sgradevoli provenienti dal passato o dal futuro; la Terapia Comportamentale, infine, consente al paziente di impegnarsi in attività e comportamenti gratificanti.
E’ stato sviluppato un nuovo approccio, la Terapia del Perdono, che si concentra su una sequenza di azioni e pratiche non comuni alle psicoterapie contemporanee:
- Riflettere su situazioni del passato in cui il paziente ritiene di essere stato trattato ingiustamente o crudelmente e riconoscere tali ingiustizie.
- Comprendere che il dolore emotivo è il passo successivo e naturale quando si reagisce alle ingiustizie.
- Se non si trova una soluzione al dolore emotivo, il paziente continuerà ad essere arrabbiato per questa situazione e il dolore persisterà, sviluppando quella che viene chiamata “rabbia malsana”, una rabbia profonda capace di influenzare il sonno, i pensieri e i comportamenti.
- Se la rabbia malsana persiste, il paziente potrà sperimentare gravi sintomi depressivi e di ansia.
Il messaggio che viene fuori dalla sequenza sopradescritta è che, per alcuni individui, la depressione non è l’unica problematica su cui bisogna intervenire.Vi sono tre questioni centrali, molto spesso dimenticate dalle terapie tradizionali: l’ingiustizia che non viene affrontata, il dolore emotivo che ne consegue e, soprattutto, aspetto fondamentale della Terapia del Perdono, la rabbia malsana che alimenta la depressione.
Concentrandosi esclusivamente sul farmaco o sui pensieri e sintomi attuali, si può perdere di vista la vera causa della depressione, intesa come un accumulo di rabbia malsana, causata dal dolore emotivo, causato a sua volta dall’ingiustizia.
La terapia del Perdono inizia esaminando le ingiustizie negli eventi di vita passata che potrebbero compromettere il presente. Alcune persone apprendono con sorpresa di portare ancora con sé delle ferite emotive. Questi eventi vanno riconosciuti dal paziente come dannosi e, solo successivamente, può avvenire il riconoscimento della profondità della propria rabbia.
A questo punto, la persona può essere pronta per provare a perdonare solo dopo aver riconosciuto che la propria rabbia malsana è distruttiva. Il perdono mette in atto un processo che consente all’individuo di essere buono con chi non è stato buono con lui creando un clima di condivisione.
La Terapia del Perdono non è un sostituto di farmaci ed alte psicoterapie, può essere associata a questi approcci per ridurre la depressione a livelli gestibili. Inoltre, la Terapia del Perdono non è per tutti. Alcuni individui semplicemente preferiscono non prendere in considerazione il paradosso di offrire gentilezza a chi non è stato buono con loro. Per questo motivo, non può non essere una scelta volontaria del paziente.
Tratto da: psychologytoday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
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