La vittima del reato, questa dimenticata
Il marchio di Caino
Iprincipio era la violenza: il Vecchio Testamento si apre con un fratricidio, Caino uccide Abele, il Nuovo Testamento si chiude con un martirio e con una esecuzione, quella di Cristo. Nella storia della Criminologia è Caino che lascia il marchio ed ofusca la vittima, la quale in Cristo trova valore e significato.
dal fratricidio di Caino, la violenza è nota e diffusamente descritta, ma delle vittime viene lasciata una traccia indiretta.
Tra le specie, a partire dalla creazione, la lotta è incessante e crudele e gli sconti sono cruenti. Il genere umano non si sottrae a questa regola, ma nel trascorrere dei tempi adotta comportamenti nuovi, meno istintivi. Con L'evoluzione culturale, il repertorio dei comportamenti si è arricchito in misura eccezionale, così che l’uomo moderno respinge la violenza ma se ne lascia ancora affascinare. In ogni tempo, la caratteristica principale della violenza è la gravità del rischio che fa correre alla vittima: tuttavia di questa si parla poco e nelle rilevazioni statistiche sulla criminalità si indicano le caratteristiche della violenza e i suoi autori. Di anno in anno le ricerche archeologiche raccolgono le prove della violenza nella civiltà primitiva. “Vengono esumate ossa umane; e non si tratta sempre di scheletri (o di frammenti di scheletri) intatti, spesso anzi sono crani fracassati, membra spezzate.
Tra
i nostri antenati, la morte violenta era frequente e già i primi uomini praticavano cannibalismo e guerra. Gli storici riscoprono regolarmente la crudeltà delle civiltà che ci hanno preceduto. Anzi, non vi è quasi società in cui, per placare la collera degli dei, non siano stati celebrati sacrifici umani” [Chesnais, 1982: 19].
Tratto da: "criminologia-psichiatria.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo