Lingua che parli, colore che vedi
La componente linguistica ha un ruolo di notevole importanza nei processi cognitivi di discriminazione del colore. La lingua che si parla influisce sulla percezione dei colori. Lo ha definitivamente stabilito una ricerca condotta da un gruppo di psicologi della Stanford University di Palo Alto, in California, che ne dà notizia in un articolo pubblicato sull'ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences.
Jonathan Winawer e colleghi hanno infatti scoperto, misurando oggettivamente le prestazioni di diversi soggetti in relazione a un particolare compito percettivo, che la lingua madre concorre alla definizione degli specifici schemi di discriminazione dei colori. I ricercatori hanno confrontato la capacità di due gruppi di persone, di madrelingua rispettivamente inglese e russa, nel discriminare differenti toni di blu indicando quali fra tre quadrati colorati fossero uguali. A differenza dell'inglese, il russo non possiede una singola parola per indicare il blu, ma costringe chi parla a optare o per un termine che indica il blu chiaro ( goluboy ) o per quello che indica il blu scuro ( siniy ).
Tratto da "Le Scienze.it"- prosegui nella lettura dell'articolo