L'obbedienza cieca e il mito del conformismo
Il male sarà anche “banale”, nel senso che in particolari circostanze anche persone del tutto normali possono finire per collaborare alle peggiori atrocità, ma - contrariamente a un'idea molto diffusa - non si nutre affatto solo di obbedienza e dell'inclinazione al conformismo, che pure è radicata nella nostra specie. Chi compie atti efferati in ossequio a un'autorità, invece, non si sta semplicemente conformando alle regole in modo acritico, ma in genere aderisce in modo attivo e partecipato a ciò che le autorità indicano come giusto.
Ad affermarlo in un articolo pubblicato su "PloS Biology"(e in parte anticipato in un articolo degli stessi autori pubblicato su “Mente e Cervello” del giugno scorso) sono gli psicologi S. Alexander Haslam, dell'Università del Queensland, e Stephen D. Reicher, dell'Università di St. Andrew, che fondano le loro conclusino su nuovi esperimenti e, soprattutto, su una rivisitazione critica di quelli condotti negli anni sessanta e settanta da Stanley Milgram e Philip Zimbardo che sono stati alla base di quella teoria sull'origine del “male”.
Tratto da: "lescienze.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo