Malata di call center, la telefonista rischia di perdere la voce
Si chiama «disfonia». È una sorta di «infortunio» alle corde vocali: malattia professionale che può paralizzare la voce. Malattia da tempi moderni. Da catena di montaggio delle informazioni che corrono al telefono: numeri verdi, servizi on-line in attività 24 ore su 24, tele-promozioni. Postazioni seriali con impiegati a tempo. Spesso precari che accettano di indossare auricolari e microfoni perché non trovano di meglio al di là di quei box. Talvolta anche laureati in attesa di grandi occasioni e con sogni congelati dalla realtà. Proprio come ha raccontato Paolo Virzì nel suo film: «Tutta la vita davanti».
La procura di Torino ha aperto un fascicolo d’indagine su un caso di «disfonia» professionale, partendo dagli accertamenti sanitari effettuati su una donna di 41 anni dal servizio di medicina del lavoro dell’ospedale Molinette-San Giovanni Battista. «Sono stata assunta nel 2003 in un primo call-center e per nove anni ho sempre fatto la telefonista per conto di una società di servizi. Ho parlato fino allo sfinimento» dice. Nel referto medico, acquisito dal pubblico ministero Raffaele Guariniello, si fa riferimento a un «pericoloso esaurimento vocale» che potrebbe provocarle conseguenze permanenti, se non addirittura degenerare in patologie ben più gravi. Al momento, senza ulteriori accertamenti medici, l’inchiesta è a carico di ignoti.
Tratto da: "lastampa.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo
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