MANUALE DISTURBI PSICHIATRICI, SI CAMBIA (DOPO 30 ANNI)
Sara' pubblicato tra un anno il nuovo manuale dei disturbi psichiatrici, il Dsm-V: si tratta della prima importante revisione dopo 30 anni, e c'e' tempo fino a venerdi' per commentare online l'ultima bozza. Come spiega Daily Wired, i membri dell'American Psychiatric Association (Apa) apporteranno le ultime modifiche e finalmente manderanno in stampa la quinta edizione del 'testo sacro' per gli psichiatri di tutto il mondo, la cui pubblicazione e' prevista per maggio 2013. Da quando l'Apa ha deciso di rendere pubblico il processo di revisione del Dsm-V, il sito ha ricevuto piu' di 50 milioni di contatti e oltre 500mila pareri di professionisti, in gran parte polemici.
In pratica quel che e' scritto nel manuale stabilisce, di fatto, chi e' sano di mente e chi no. E allargare o restringere le maglie di queste definizioni puo' avere grandi ripercussioni cliniche sui pazienti e significare enormi ricadute economiche per le case farmaceutiche. "Il Dsm non da' in alcun modo indicazioni di trattamento- specifica Cristina Colombo, professore associato di psichiatria all'Universita' Vita-Salute del San Raffaele di Milano e responsabile del Centro per i disturbi dell'umore dello stesso ospedale- Ma nel momento in cui esiste una malattia, le aziende possono prevedere un trattamento. e' inevitabile che gli interessi in gioco siano enormi".
Inoltre, a far accendere ancora di piu' i toni della discussione, e' arrivata come un fulmine a ciel sereno la decisione dell'Apa di escludere due disturbi mentali che potrebbero interessare moltissime persone: 'sindrome psicotica attenuata' (una sorta di prodromo della psicosi) e il 'disturbo misto di ansia e depressione' (un ibrido tra i due problemi). Gli esperti hanno concluso che, alla luce delle revisioni scientifiche, queste patologie non sono supportate da solide evidenze e non saranno contemplate (a meno di altri ripensamenti) nel Dsm-V. A dispetto delle forti pressioni, sono stati ulteriormente rafforzati i criteri diagnostici della depressione maggiore, per evitare che la normale tristezza che segue un lutto o un evento traumatico possa essere scambiata per un disturbo da trattare con antidepressivi.
Tratto da: "direnews.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo