Pubblicità

Memoria e rimozione

0
condivisioni

on . Postato in News di psicologia | Letto 1556 volte

1 1 1 1 1 Votazione 0.00 (0 Voti)
PSICONLINE® NEWS n. 80 - 7.10.2001

Un recente studio condotto da un team di ricercatori statunitensi guidati dagli psicologi Michael Anderson e Collin Green dell'Università dell'Oregon (USA), ha focalizzato l'attenzione sul funzionamento della memoria ed in particolare sull'influenza reciproca tra memoria e dimenticanza, che costituiscono due aspetti interagenti di un medesimo processo. Le conclusioni cui sono giunti i ricercatori ribadiscono che il disfunzionamento della memoria aumenta di pari passo con l'aumento dell'attitudine alla rimozione, ipotesi che si ricollega ai concetti freudiani di rimozione e repressione: le informazioni indesiderate o ritenute inutili vengono cioè trasferite dal sistema di funzionamento cosciente a quello inconscio e seguono un processo di progressiva dimenticanza se non vengono ad un certo momento "ripescate" per qualche motivo e reintegrate nella coscienza.
Anderson, Green e collaboratori hanno quindi approfondito le loro ricerche sullo specifico fenomeno della repressione ed hanno riportato questo processo entro l'ambito del più ampio concetto di "controllo esecutivo"...Il concetto di controllo esecutivo, infatti, si riferisce alla complessa attività di quelle funzioni critiche - tradizionalmente localizzate nella zona frontale cerebrale - deputate alla progettualità, alla organizzazione dei dati, alla loro coordinazione ed integrazione nei sistemi linguistico e di memoria.
Nelle prove sperimentali della ricerca si evidenzia che l'interessamento di questo sistema nella soppressione volontaria di un dato elemento della memoria (nelle prove di laboratorio questi elementi erano solitamente rappresentati da stimoli verbali più o meno significativi..) è associato ad una diminuzione della funzionalità della memoria in generale, che diviene quindi meno accessibile.
John Houston Casada, professore di psichiatria presso la University of Texas Health Science Center e specialista nei disturbi post-traumatici da stress, sottolinea inoltre come i ricordi dolorosi che generano questi disturbi a volte vengano repressi involontariamente, altri in modo cosciente e volontario. .."Si può stabilire un parallelo tra questi meccanismi e ciò che avviene nel caso degli abusi sessuali subiti da un bambino da parte di un proprio famigliare" - continua Casada. "Il dover continuamente confrontarsi e convivere con chi ha abusato di lui lo predispone infatti ad una strategia di evitamento dello stimolo negativo che si realizza con la rimozione del ricordo doloroso, che può riflettersi quindi sul funzionamento della memoria nel complesso e su una adeguata organizzazione interna del materiale mnestico…".

(tratto da : APAnews - Sept2001)

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Su Psiconline trovo più interessanti...

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Agorafobia

Il termine agorafobia viene dal greco e letteralmente significa: "paura degli spazi aperti”. Le persone che ne soffrono temono perciò lo spazio esterno, vissuto...

ALESSITIMIA (O ALEXITEMIA)

Il termine alessitimia deriva dal greco e significa mancanza di parole per le emozioni  (a = mancanza, léxis = parola, thymόs = emozione ).  Esso vien...

Complesso di Elettra

Secondo la definizione di Carl Gustav Jung il complesso di Elettra si definisce come il desiderio della bambina di possedere il pene, e della competizione con l...

News Letters

0
condivisioni