Odiato mal di testa, da oggi ti scaccio via
«Sull’emicrania resiste ancora il pregiudizio che si tratti di una malattia secondaria – spiega il professor Giorgio Zanchin, direttore del Centro Cefalee dell’Università di Padova - in quanto generalmente non mortale e caratterizzata da dolore soggettivo. La realtà è ben diversa e lo vediamo ogni giorno nei nostri centri». Infatti, oltre al forte dolore fisico, alla nausea e al vomito che costringono il malato a letto anche per giorni, «un aspetto invalidante e fortemente ansiogeno della malattia è l’imprevedibilità dell’attacco: il paziente ha l’ansia di non avere mai la certezza di poter far fronte a un compito assunto come una riunione di lavoro o una semplice cena con amici con forti ripercussioni sulla qualità di vita dei malati e dei loro familiari anche al di fuori dell’attacco».
Ma è possibile prevenire la malattia? «Le persone a rischio - sottolinea l’esperto - devono fare attenzione ai fattori ambientali in modo da identificare quelli che scatenano le crisi e cercare di eliminarli: lo stress, particolari posizioni che sollecitano la muscolatura cervicale, gli alcolici, l’alimentazione. Alcuni cibi favoriscono la sua insorgenza come i formaggi stagionati, gli agrumi, gli insaccati e il glutammato sodico, un insaporitore.
E quando sopravviene l’attacco, come comportarsi? «Vi sono farmaci efficaci e specifici come i triptani, - conclude il professor Zanchin - in grado di restituire alle proprie attività abituali 3 pazienti su 4, interrompendo completamente l’attacco o alleviandolo in misura cospicua. Il nostro impegno deve quindi essere rivolto ad incoraggiare l’uscita da un atteggiamento di rinuncia, dal ritornello del dover convivere col mal di testa, informando i pazienti che l’emicrania può essere oggi curata in maniera efficace».
(tratto da La StampaWeb - 30.12.2002)