Perché il ritorno sembra più breve dell'andata?
Il tragitto di ritorno ci appare più breve di quello di andata perché ne stimiamo la durata a posteriori, sulla base dei processi di memoria: il fenomeno è quindi legato alla determinazione retrospettiva dello scorrere del tempo. La scoperta rappresenta un passo in avanti per la comprensione di questo curioso effetto, che non ha trovato ancora una spiegazione esauriente in termini di processi percettivi e cognitivi.
Anche se il tragitto di andata e quello di ritorno hanno la stessa durata, quello di ritorno sembra durare di meno: si può sintetizzare così l'esperienza soggettiva di molte persone durante un viaggio. Un gruppo di ricercatori giapponesi dell'Università di Kyoto guidati da Ryosuke Ozawa ha ora studiato questo curioso fenomeno, chiamato “effetto del viaggio di ritorno”, arrivando alla conclusione, illustrata sulle pagine di "PLOS ONE", che si genera soltanto a posteriori, quando un soggetto valuta la durata del viaggio sulla base dei processi di memoria.
L'effetto del viaggio di ritorno è stato studiato in passato da vari gruppi di psicologi, che hanno cercato d'individuare i processi percettivi e cognitivi che possono esservi implicati.
Tratto da:lescienze.it- Prosegui nella lettura dell'articolo
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