Perchè sorridere è contagioso?
Sorridi! Fa star meglio tutti perché, consapevolmente o inconsapevolmente, coloro che ti guardano stanno sorridendo con te
Crescenti evidenze mostrano che un istinto di imitazione della mimica facciale ci permette di sperimentare ed entrare in empatia con i sentimenti altrui.
L’incapacità di riflettere il volto di un'altra persona limita la nostra capacità di leggere le espressioni altrui e di reagire in modo corretto.
Alcuni psicologi sociali dell'Università del Wisconsin hanno descritto come le persone in situazioni sociali simulano le espressioni facciali degli altri e creare risposte emotive in se stesse di conseguenza.
Ad esempio, se sei con un amico che sembra triste potresti a tua volta assumere una faccia triste, senza rendertene conto.
“Imitare” l’espressione del tuo amico ti aiuta a riconoscere quello che sta sentendo associandolo con episodi del passato, in cui hai avuto questa espressione.
Gli esseri umani estraggono questo significato emotivo dalle espressioni facciali nel giro di poche centinaia di millisecondi.
Quindi rifletti sulle tue sensazioni emotive generando una sorta di “giudizio di riconoscimento” e la cosa più importante che ne deriva è che risponderai con un’azione appropriata: o vi avvicinate alla persona o la evitate.
La capacità di una persona di riconoscere e "condividere" le emozioni degli altri può essere inibita quando non si riesce ad imitare i volti.
È un disturbo comune per le persone con malattie motorie centrali o periferiche, come la paresi facciale dovuta ad un ictus o alla paralisi di Bell o anche in caso di danni ai nervi in conseguenza alla chirurgia plastica.
Secondo quanto osservano i ricercatori statunitensi, lo stesso non varrebbe per le persone con paralisi congenita, in quanto coloro che non hanno mai avuto la capacità di imitare le espressioni facciali sviluppano modi compensatori per interpretare le emozioni.
Le persone che hanno disturbi sociali connessi con la mimica facciale e/o con menomazioni nel riconoscimento delle emozioni, come nel caso dell'autismo, possono sperimentare problemi simili a chi ha una paralisi (non congenita).
Ci sono alcuni sintomi dell’autismo in cui la mancanza di mimica facciale può essere in parte dovuta alla mancanza del contatto visivo.
È utile scoprire quale meccanismo cerebrale agisce nell’aiutare il riconoscimento delle espressioni facciali.
Una migliore comprensione del meccanismo che sta dietro la simulazione sensomotoria ci darà una migliore visione di come trattare i relativi disturbi.
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