Prevedere l'efficacia del trattamento per gli adulti con autismo
Dalla collaborazione tra i ricercatori del Center for BrainHealth dell’Università del Texas e quelli della George Washington University è stato possibile realizzare un protocollo capace di prevedere l’efficacia del trattamento individuale degli adulti affetti da un disturbo dello spettro autistico.
Utilizzando la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), i ricercatori hanno individuato alcune regioni del cervello che correlano significativamente con un aumento delle abilità sociali in seguito a programmi di apprendimento basati sull’ambiente virtuale.
Negli adulti affetti da autismo, i quali mostravano una maggiore attività in quel network definito “cervello sociale” prima dell’apprendimento è stato osservato un miglioramento nella capacità di riconoscimento delle emozioni rispetto a coloro i quali presentavano una minore attività.
Il Dottor Daniel Yang e i suoi collaboratori hanno notato che i partecipanti mostravano una maggiore attivazione cerebrale in determinate regioni del “cervello sociale” mentre osservavano rappresentazioni digitali del movimento biologico ("Biological motion”) - movimenti che simboleggiano un’azione umana, come, ad esempio, il gioco di battere le mani. Ciò ha reso gli interventi più efficaci per i partecipanti.
“Dal momento che queste regioni del cervello sociale sono poco attive, pensiamo che gli individui potrebbero non beneficiare di tali interventi in questo preciso momento, ma in futuro, ad esempio, attraverso il potenziamento del trattamento preventivo di attivazione per queste regioni” ha spiegato il Dottor Yang.
L’ Interagency Autism Coordinating Committee (IACC) ha definito la ricerca condotta dal Dottor Yang e i suoi collaboratori uno tra i primi 20 progressi del 2016 nella ricerca sull’autismo. Questo studio rappresenta un passo avanti verso l’obiettivo di un trattamento mirato e individualizzato per tutti gli individui con autismo. Il nuovo metodo elaborato dai ricercatori, infatti, si pensa possa essere in grado di aiutare sia i bambini che gli adulti affetti da autismo, a comprendere quale tipo di apprendimento potrebbe essere efficace in base al loro attuale funzionamento cerebrale.
Per realizzare lo studio sono stati reclutati 17 partecipanti tra i 18 e i 40 anni con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Essi sono stati chiamati a partecipare ad un programma di apprendimento di 5 settimane, che si è tenuto due volte a settimana. Tale intervento ha permesso ai partecipanti di interagire attraverso giochi di ruolo all’interno di un ambiente virtuale.
L’addestramento si concentrava su tre strategie sociali principali: il riconoscimento altrui, la reazione agli altri e l’auto – affermazione e prevedeva l’uso di avatar per riprodurre situazioni sociali complesse, come un confronto, un colloquio di lavoro o un appuntamento al buio. Queste situazioni virtuali permettevano ai partecipanti di sentirsi a proprio agio pur sperimentando le stesse emozioni di una situazione reale.
Prima di iniziare il training, i partecipanti sono stati sottoposti alla brain imaging, attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante la contemporanea visione di una serie di animazioni. Alcune tra le immagini rappresentavano un uomo in movimento, che, ad esempio, batteva le mani e sono state mescolate con le altre, che invece non rappresentavano azioni umane.
Due aree di attività cerebrale erano correlati significativamente con il successo dell’apprendimento. La prima si trova nell’emisfero sinistro del cervello, responsabile dell’elaborazione linguistica, nello specifico quella relativa ai significati. L’altra è collocata nell’emisfero destro e si occupa dell’elaborazione dei segnali socio – emotivi non verbali, ad esempio, osservare l’espressione del viso di una persona e riconoscere gli stati emotivi, quali la paura, la rabbia o la gioia.
L'efficacia del trattamento è stata misurata dai cambiamenti comportamentali in due domini distinti di abilità sociali: 1) riconoscimento emotivo, o il cambiamento nelle capacità di elaborazione socio-emotiva e 2) teoria della mente, o il cambiamento nelle capacità di elaborazione socio-cognitiva.
La ricerca di interventi efficaci per gli adulti affetti da autismo è molto limitata, per cui è necessario fare passi avanti nell’elaborazione di programmi di trattamento individualizzati per questi pazienti.
Tratto da: sciencedaily
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
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