PSICONLINE NEWS n.175 - 30.11.2003
- Videogiochi e violenza
- Se sono le donne a chiedere sesso e gli uomini invece guardano la Tv
- Psicologia della maternità: no all'eccesso di attenzioni verso il bambino
- Brain activity abnormal in children with delayed speech
- Scientists Discover How Brain Draws And Re-draws Picture Of World
Videogiochi e violenza
Esili dita scorrono veloci sulla tastiera. Salti, corse, agguati, morte e distruzione
si alternano senza tregua a colpi di mouse e joystick. L’intrattenimento
interattivo brutto, sporco e cattivo ha successo. Milioni di ragazzini esigenti
(69% tra gli 8 e i 14 anni) restano incollati a consolle e PlayStation per ore.
Agli adulti non restano che domande e dubbi. Perché piace tanto il gioco
«duro»? Fa male, stimola l’aggressività, incita a delinquere
o serve a qualcosa? Quattromila studi scientifici — pochi ma il «medium»
è ancora imberbe — fin qui non hanno chiarito granché. Il
71% dei partecipanti a un sondaggio Abacus, ritiene i videogiochi con scene
violente «pericolosi»; il 23% invece li considera «passatempi»
utili a sfogare l’aggressività. Le donne (40,7%), madri e casalinghe,
ne invocano il sequestro.
Se sono le donne
a chiedere sesso e gli uomini invece guardano la Tv
Accanto al gruppo tradizionale di uomini desiderosi di fare sesso e donne in
fuga, esiste oggi anche il gruppo opposto, formato da donne che desiderano la
sessualità e uomini che preferiscono guardare la televisione, giocare
al computer, dormire. Interrogati, i maschi raccontano che fare sesso rappresenta
una fatica mentale e fisica, perché sono chiamati in gioco in un momento
della giornata, la sera, in cui desiderano prendersi cura solo di se stessi
e dei loro desideri. Sono spesso maschi solitari, che si sono trovati in coppia
dopo lunghi periodi senza storie, che nelle prime volte hanno guadagnato inquietudini
per le loro prestazioni sessuali, che non hanno lo stile, ritenuto prettamente
maschile, del proporre/imporre la sessualità. Maschi introversi, a volte
timidi, che sono stati scelti più che aver scelto e devono fare i conti
con un cattivo allenamento alla relazione stabile. Hanno degli aspetti di passività,
preferiscono adeguarsi piuttosto che dirigere la relazione.
Psicologia della
maternità: no all'eccesso di attenzioni verso il bambino
Nonostante i molteplici libri sulla gravidanza, manuali di puericultura, e gli
studi su come essere genitori 'quasi perfetti' (Bettelheim) o 'sufficientemente
buoni' (Bowlby), la psicologia della maternità è ancora poco indagata.
L'eccessiva medicalizzazione dell'evento gravidanza e più ancora il parto
ha sviato l'attenzione dal vissuto psicologico della donna che si prepara a
diventare madre. Un vissuto che non sempre è lineare come amiamo pensare.
Anche in assenza di una patologia sappiamo, grazie anche alla quantità
di studi psicoanalitici che hanno approfondito il ruolo delle madri, che le
cure materne possono avere valenze quanto mai sfaccettate e varie.
Brain activity
abnormal in children with delayed speech
Children with unusually delayed speech tend to listen with the right side of
the brain rather than the left side of the brain, according to a study published
in the December issue of the journal Radiology. Preliminary study results were
presented at the Radiological Society of North America's (RSNA) Annual Meeting
in 2002.
The research represents the first time functional magnetic resonance imaging
(fMRI) has been used to investigate brain activity associated with speech delay.
"With the advent of neuroimaging, we saw a new way of looking at language
disorders," said Nolan R. Altman, M.D., co-author of the study and chief
of radiology at Miami Children's Hospital.
Scientists Discover
How Brain Draws And Re-draws Picture Of World
Children usually spill if trying to drink from a full cup, but adults rarely
do. How we learn to almost automatically complete complex movements -- like
how to lift a cup and tip it so the liquid is right at the edge when we're ready
to drink -- is one of our brain's mysterious abilities.
Now, by conducting experiments with robots and humans, scientists at Johns Hopkins
have solved part of this mystery and created a new computer model that accurately
reflects how the brain uses experience to improve motor control.
"Now we have a much better idea of how the brain uses information from
a variety of sources to create a model of the world around us, and how errors
modify that model and change subsequent movements," says Reza Shadmehr,
Ph.D., associate professor of biomedical engineering at The Johns Hopkins University
School of Medicine. "We don't just know how to control objects around us,
we have to learn how."