PSICONLINE NEWS n.197 - 13.6.2004
- Ingannare la miopia allenando il cervello per vedere bene
- POST-PARTO: MALINCONIA E SOLITUDINE PER 78% DELLE DONNE
- Antidepressivi vietati ai bambini, indagati 94 medici
- How brain gives special resonance to emotional memories
- Why grandparents prefer certain kin to others
Ingannare la miopia allenando il cervello per vedere bene
Allenare il cervello di chi è miope in modo da consentire di vedere
bene senza lenti correttive o interventi chirurgici. Questo è quanto
promette un rivoluzionario metodo testato per la prima volta a Singapore.
Il principio sul quale si basano coloro che sostengono questo rivoluzionario
modo di trattare la miopia è che il cervello di chi è costretto
ad usare gli occhiali può essere addestrato per consentire all'occhio
di vedere meglio. Per cui invece di correggere la visione mettendo a fuoco
le immagini con le lenti prima che esse vengano analizzate dal cervello, è il
cervello stesso che viene “riprogrammato” in modo da re-insegnare
ad esso il modo di vedere le immagini.
Il trattamento consiste in 20 - 30 minuti delle esercizi visivi da svolgere
servendosi di un computer, tre volte a settimana, per un periodo complessivo
che varia dai due ai sei mesi.
A mettere in pratica il metodo è il Singapore National Eye Centre
che si serve di una tecnologia sviluppata negli Stati Uniti dalla NeuroVision.
POST-PARTO: MALINCONIA
E SOLITUDINE PER 78% DELLE DONNE
Lo stress post parto è un fenomeno molto diffuso che può portare
disagi, con conseguenze a volte anche gravi, sia per i genitori che per
il neonato. Secondo un'indagine svolta dal Moige - Movimento italiano genitori
e da Avent, azienda specializzata in prodotti per l'allattamento e la prima
infanzia, in collaborazione con la cattedra di Medicina sociale de "La
Sapienza", il 78% delle donne nel periodo successivo al parto soffre
di malinconia e solitudine, il 59% ha rancore verso il partner e il 27%
sente il bisogno di confrontarsi con donne che abbiano già vissuto
la maternità,
per poter comunicare in maniera diretta i propri stati d'animo. Sulla base
di questi dati Moige e Avent hanno dato vita, due mesi fa, all'iniziativa "Bimbo
Sereno - incontri formativi per neo genitori" che traccia oggi il
suo primo bilancio.
Antidepressivi vietati ai bambini, indagati 94 medici
Antidepressivi vietati somministrati a minori. Per questo, novantaquattro
medici di base sono indagati nell'ambito di una inchiesta della Procura
di Torino per aver prescritto a 109 bambini e adolescenti, affetti
da depressione, farmaci controindicati per i minorenni perchè contenenti
un principio attivo che aggrava i disturbi psichici.
La sostanza in questione è la Paroxotina, contenuto in sei medicinali
regolarmente in commercio. Il Ministero della Salute, sulla scorta di alcuni
studi clinici, nel luglio del 2003 ha ordinato alle case produttrici di
scrivere sui foglietti illustrativi che è controindicato per
i giovanissimi, e ha anche inoltrato una circolare a tutti i medici.
Tuttavia, secondo quanto ha accertato il pm Raffaele Guariniello esaminando
dati forniti dalla Regione, in Piemonte dall'agosto al dicembre del
2003 i farmaci sono stati prescritti 109 volte.
How brain gives special resonance to emotional memories
If the emotional memory of a traumatic car accident or the thrill of first
love are remembered with a special resonance, it is because they engage
different brain structures than do normal memories, Duke University researchers
have discovered.
Their new study provides clear evidence from humans that the brain's emotional
center, called the amygdala, interacts with memory-related brain regions
during the formation of emotional memories, perhaps to give such memories
their indelible emotional resonance.
The researchers said their basic insights could contribute to understanding
of the role that the neural mechanisms underlying emotional memory formation
play in post traumatic stress disorder and depression.
The study by Florin Dolcos, Kevin LaBar and Roberto Cabeza was reported
in the June 10, 2004, issue of the journal Neuron. Dolcos is a research
associate in the Brain Imaging and Analysis Center and LaBar and Cabeza
are, respectively, assistant and associate professors of psychological
and brain sciences. They are also faculty in the Center for Cognitive Neurosciences.
Their research was supported by the National Institutes of Health.
Why grandparents prefer
certain kin to others
“Not all grandparents invest the same time and resources in their grandchildren,” says
UNSW psychologist and study co-author, Dr Bill von Hippel.
“Maternal grandmothers are closer to their grandchildren than other
grandparents. The next closest relationship between grandparents
and grandchildren is by maternal grandfathers, then paternal grandmothers and,
last of all, paternal grandfathers.”
To be published in Personality & Social Psychology, the study is
the first to confirm that preferential investment stems from genetic
uncertainty. The finding is based on data from 780 university students
who rated their emotional closeness to each biological grandparent
from zero (cold or negative feelings) to 100 (warm or positive feelings).