Quando la sindrome di Down buca lo schermo
Con la primavera torna la giornata mondiale delle persone down e mi trovo a riflettere sulle belle campagne di comunicazione realizzate per l’occasione. Qual è la magia di questi ragazzi? Perché i loro video sono i più virali e le loro campagne hanno sempre grande successo? Fino a pochi decenni fa li chiamavamo “mongoloidi”, oggi bucano lo schermo meglio di tanti personaggi famosi. Perché?
Una buona parte del merito, mi dico, va sicuramente alle loro associazioni, che dimostrano di avere coraggio, intelligenza e un bel po’ di contatti giusti. E non dimentichiamo le agenzie pubblicitarie, che sanno produrre filmati emozionanti e scrivere storie che fanno riflettere. Ma non è tutto qui. C’è dell’altro. Qualcosa di più profondo.
Prendiamo ad esempio le campagne di Coordown, l’organizzazione nata in Italia nel 2003 per fare da coordinamento di tutte le associazioni (oggi sono 72) che si occupano di persone con trisomia 21. Sono tre anni che insieme all’agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi stupisce il mondo con iniziative bellissime. Quest’anno è la volta di “Dear future mom”, un filmato in cui otto ragazzi, provenienti da otto diversi Paesi, si rivolgono a una futura mamma, una donna impaurita perché è venuta a sapere che suo figlio nascerà con quella sindrome.
Tratto da www.corriere.it - Prosegui nella lettura dell'articolo