Quando l'uomo perse le spine (del pene)
MILANO- L’argomento è piuttosto spinoso. Il pene dei maschi della specie umana millenni addietro era dotato di “spine”, piccole escrescenze che è ancora possibile trovare in numerosi primati, come gli scimpanzé, ma anche nei gatti. Spine che a un certo punto della nostra storia evolutiva sono sparite. Un recente studio pubblicato su Nature fa luce su questo evento. «Una piccola, ma affascinante parte del grande quadro che è l’evoluzione dei tratti specifici dell’uomo» ha commentato Gill Bejerano, uno degli autori della ricerca che ha fornito una lettura molecolare a una discussione che si trascinava da decenni.
BENEDETTA MONOGAMIA - Quella delle spine del pene umano, infatti, non è una faccenda nuova. Sul perché nel tempo il nostro organo sessuale maschile si sia differenziato da quello di altri primati si accavallano da tempo diverse ipotesi. La più accreditata vuole che nelle altre specie, il pene “spinoso” sia un tratto emerso nei millenni perché conveniente per un preciso scopo: in un ambiente in cui le femmine erano solite accoppiarsi con più partner, le spine erano in grado di rimuovere lo sperma degli altri maschi dal canale vaginale della femmina garantendo maggiori probabilità di essere il responsabile della fecondazione.
Tratto da: "corriere.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo