Scansafatiche? È colpa della dopamina
Sul lavoro, e non solo, da sempre esistono tra le tante vie di mezzo due distinte categorie di lavoratori: quelli produttivi e gli scansafatiche.
Perché mai qualcuno dovrebbe lavorare più di un altro o viceversa? È solo una questione di carattere, senso civico, altruismo o al contrario egoismo o che altro? A quanto sembra, la faccenda è da ricondurre a una sostanza chimica chiamata dopamina che sarebbe responsabile di alcune risposte del cervello. Risposte che spaziano dallo stimolo al movimento alla motivazione, e poi all’elaborazione delle emozioni, la memoria, i sentimenti di dolore o piacere e così via.
Ad attribuire la colpa della scarsa volontà di lavorare di alcune persone è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Vanderbilt di Nashville (Usa) coordinati dal dottor Michael Treadway.
Gli scienziati hanno reclutato 25 adulti sani di età compresa tra i 19 e i 29 anni che avrebbero dovuto eseguire un compito retribuito.
Nello specifico, i partecipanti dovevano eseguire una serie di attività mediante una tastiera su cui dovevano premere dei pulsanti specifici per poter guadagnare somme di denaro variabili in base all’attività stessa. Tuttavia non vi erano vincoli: i partecipanti potevano decidere se e quanto lavorare di più o meno e, di conseguenza, guadagnare di più o di meno.
Come previsto dai ricercatori, ognuno si comportava diversamente. C’è stato così chi si è impegnato di più anche quando le cose si facevano più impegnative, e chi dopo un po’ ha gettato la spugna.
Al termine della prima fase di test, tutti i volontari sono stati sottoposti a una scansione cerebrale PET per osservare e analizzare i livelli di attività dell'ormone dopamina.
Le sorprese, qui, invece non sono mancate. I livelli di attività dell’ormone e l’area in cui agivano erano determinanti – ma soprattutto comuni – nel promuovere un certo tipo di risposta e comportamento nei partecipanti.
Tratto da: "lastampa.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo