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on . Postato in News di psicologia | Letto 1066 volte

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Lo studio che ha "rivalutato" gli individualisti è stato realizzato dal professor Anu Realo e dai suoi collaboratori del Dipartimento di psicologia dell’Università di Leuven, in Belgio. I ricercatori hanno fatto compilare specifici questionari a oltre 300 persone, dai 15 ai 73 anni. Risultato: la classica immagine dell'individualista come persona interessata soprattutto alla propria libertà e al proprio benessere, irrispettosa delle esigenze comuni, sembra vacillare nel momento in cui la si guarda con la lente dell’indagine psicologica. Solo in questi ultimi anni i ricercatori hanno cominciato a studiare più da vicino la psicologia delle persone con questa caratteristica. Si è così visto che esistono almeno due forme di individualismo, una cosiddetta "orizzontale", una "verticale".

La prima forma è caratterizzata dal desiderio di sentirsi unici e distinti dal gruppo, senza che vi sia l'aspirazione a raggiungere posizioni socie-economiche di rilievo. L'individualismo "orizzontale" mira essenzialmente alla possibilità di esprimere le proprie idee e di portare a termine i propri progetti.

L'altra forma, quella "verticale", è invece contraddistinta dalla tendenza alla competitività e dal desiderio di raggiungere posizioni di rilievo, senza che ci sia bisogno di raggiungerle attraverso l'espressione dei propri punti di vista. E' evidente come l'individualismo "orizzontale" possa più facilmente portare un contributo creativo al raggiungimento di mete di interesse generale.

Interessante la scomposizione delle caratteristiche psicologiche degli individualisti fatta dai ricercatori belgi. I principali elementi del profilo profilo individualista sarebbero tre: autonomia, senso di responsabilità, sensazione di unicità.

Il primo termine si riferisce alla capacità d’esprimere un pensiero e un giudizio sganciati dalle influenze del gruppo e delle istituzioni. Il senso di responsabilità è, invece, definito come l'accettazione della responsabilità per sé, per le proprie azioni, e comporta fiducia nelle proprie abilità. Secondo il professor Realo, chi possiede queste due caratteristiche può dare un importante contributo indiretto alla società, con idee nuove e iniziative originali, oltre che assumendosi responsabilità in settori che possono essere d’interesse comune.

Infine, c'è la sensazione di unicità, convinzione di essere persone irripetibili, diverse da qualunque altra: caratteristica che non ha per ora dimostrato di avere ricadute per il resto della comunità (D.Di Diodoro).

Articolo interamente tratto da: “Corriere della Sera – Salute” del 30.11.02)

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