Sexting: un nuovo modo di comunicazione a sfondo sessuale
Il sexting è un fenomeno piuttosto moderno, derivante dal sempre più dilagante utilizzo della tecnologia. Questo termine deriva dalla fusione di due parole inglesi, ossia "sex" (sesso) e "texting" (sms), ma si è espanso fino a comprendere la registrazione e l'invio di immagini sessualmente esplicite ed eccitanti attraverso telefoni cellulari e social network come Facebook, Snapchat e Instagram.
Tra i giovani in Australia, il sexting è una delle forme di comunicazione più diffuse, ma le recenti ricerche dimostrano che questo tipo di fenomeno avviene in gran parte senza conseguenze negative e all'interno di relazioni già esistenti.
Sebbene i media, i politici e vari gruppi hanno espresso preoccupazioni circa i rischi del sexting, inerentemente la pornografia infantile e la coercizione eccessiva, tuttavia i dati non giustificano un allarme generalizzato.
Uno studio del 2015 ha scoperto che i ragazzi dai 13 ai 15 anni hanno diverse probabilità di ricevere immagini a sfondo sessuale, ma la maggior parte del sexting avviene tra i partner di una coppia impegnata in una relazione.
È bene, tuttavia, ricordare che la maggior parte dei ragazzi di questa età ha già visto immagini di anatomia umana e, più nello specifico, di parti intime, in tv o al pc.
Il sexting non è solo una moda dei giovani eterosessuale, ma è piuttosto diffuso anche tra i giovani omosessuali e bisessuali.
La preoccupazione principale rispetto a questa pratica è una sorta di colpo di scena moderno che fa però riferimento ad un vecchio problema – ossia le dinamiche riguardanti il genere. Nel sexting, infatti, vi sono due standard di genere: le adolescenti e le giovani donne, di solito, rischiano di perdere di più (in termini emotivi, economici e sociali) quando il sexting “consenziente” va a finire male; ed è anche più probabile che esse si sentano maggiormente obbligate e costrette a inviare una loro immagine.
L'organizzazione Relationships Australia ha esaminato oltre 1.700 persone, nel marzo del 2017, sulle loro abitudini riguardanti il sexting: il 75% degli intervistati era sesso femminile, delle quali l'85% aveva un’età compresa tra i 20 ei 59 anni e più di un terzo (37%) comprendeva donne tra i 30 e i 49 anni. La maggior parte degli intervistati, inoltre, è stata sposata o ha avuto una relazione durata per molti anni (28%). Meno di un quarto invece non aveva una storia sentimentale.
Le persone più giovani e quelle di mezza età sono coloro che sono maggiormente “fissate” sul sesso telefonico. Il 54% delle donne e il 45% degli uomini hanno riferito di aver inviato messaggi, video o video a sfondo sessuale. La maggior parte degli uomini e delle donne (rispettivamente il 65% e il 58%) dicono, inoltre, che questo tipo di messaggistica è divertente ed eccitante. Per gli uomini un’altra grande motivazione per farlo è il ricevere una risposta con contenuti espliciti da parte della persona con la quale fa sexting, mentre per le donne è sostanzialmente quella di inviare una sorta di “regalo”.
Oltre a queste motivazioni, ne sono state trovate delle altre non strettamente inerenti il piacere di intrattenere questo tipo di comunicazione: il 7% delle donne e il 6% degli uomini ha riferito di aver fatto sexting, in passato, solo allo scopo di ottenere o mantenere l’attenzione di un individuo oppure perché erano stati costretti (1% degli uomini e 6% delle donne).
Poco più della metà dei soggetti, partecipanti alla ricerca, ha dichiarato di non aver ricevuto messaggi, foto e video sessualmente eccitanti negli ultimi tre anni, il che potrebbe far pensare che il sexting non sia poi così diffuso.
Meno di un quinto degli intervistati, invece, ha dichiarato di aver sperimentato questo tipo di attività con due o più persone contemporaneamente, mentre i restanti soggetti hanno riferito di aver fatto sexting esclusivamente con una persona alla volta.
Dalla ricerca è emerso anche che gli uomini e le donne impegnate in relazioni durature hanno avuto probabilità maggiori di inviare sms, immagini e video a sfondo sessuale, rispetto alle persone sposate (39% vs. 27%).
Gli uomini e le donne che hanno avuto, invece, un rapporto casuale o che avevano da poco cominciato una storia sono stati i più propensi al sexting.
Inoltre, anche quelle persone che hanno cercato attivamente di coinvolgere un partner sono state più propense ad avvicinarsi all’altra persona in molteplici modi, fra i quali il sexting che, in quest’ottica, si configura come un modo immediato e appariscente di approcciarsi.
Trarre delle conclusioni su questa pratica, basandosi esclusivamente sui pochi studi condotti in quest’ambito e sul numero limitato di anni in cui si è fatta strada la tecnologia, è piuttosto complesso. Tuttavia, dalle ricerche fatte fin ora, sembra che le persone non utilizzino la tecnologia per sfruttare gli altri o per corrompere il tessuto morale più di quanto non sia stato fatto in passato.
Questo nuovo modo di comunicare, infatti, sembra essere semplicemente un metodo alternativo a quelli già esistenti per mettere in atto drammi umani, presenti ormai da secoli.
Tratto da PsychCentral
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Claudia Olivieri)
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