Sindrome del Burn-out negli insegnanti
Il prerequisito fondamentale per l’efficacia professionale è l’equilibrio dell’operatore; il burn-out, di contro, consiste in una condizione di demotivazione e disimpegno in risposta allo stress e alla tensione sperimentati sul lavoro. L’individuo stressato - in burn-out - rende di meno, incorre più facilmente in errori professionali, è più vulnerabile allo sviluppo di patologie somatiche - tradizionalmente correlate allo stress - come le malattie cardiovascolari, o psichiatriche, quali l’ansia e la depressione, è più esposto al rischio di infortunio lavorativo, può assumere stili di vita disfunzionali (fumo di sigarette, gambling, abuso di alcolici, irritabilità) che rendono problematica la vita di chi ne soffre, ostacolandone non solo il rendimento lavorativo, ma anche le capacità affettive e relazionali.
Il fenomeno del burn-out (in senso letterale bruciato, scoppiato, esaurito) è stato descritto per la prima volta nel 1974 dallo psicoanalista statunitense Herbert J. Freudenberger che, in un articolo sulla rivista Journal of Social Issues, ne formulò le caratteristiche fondamentali riscontrandolo negli operatori di una struttura psichiatrica. Successivamente il problema è stato approfondito da Christina Maslach che ha messo a punto una procedura valutativa basata su un questionario autosomministrato.
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