Solitudine e attività cerebrale
Uno studio suggerisce la possibilità che la solitudine sia influenzata, in una sorta di circolo vizioso, da una ridotta risposta dello striato ventrale alla ricompensa sociale. L'isolamento sociale influisce sul comportamento delle persone, ma anche sul modo di funzionare dei loro cervelli: è questa la conclusione di uno o studio condotto da ricercatori dell'Università di Chicago presentato al convegno annuale dell'American Association for the Advancement of Science e pubblicato sull'ultimo numero del Journal of Cognitive Neuroscience.
La ricerca, diretta da John Cacioppo e Jean Decety, è la prima a usare la fMRI per studiare le connessioni fra isolamento sociale, percepito come solitudine, e attività cerebrale. Combinando le scansioni fMRI con dati relativi al comportamento sociale, i ricercatori hanno scoperto che lo striato ventrale – una regione cerebrale associata alla ricompensa – è molto più attivo nei soggetti non isolati quando essi osservano immagini di persone in in una situazione piacevole. Per contro, la giunzione temporo-parietale – una regione associata all'assunzione del punto di vista di un altro – è molto meno attiva fra le persone isolate quando osservano persone in situazioni spiacevoli.
Tratto da "Le scienze.it" - prosegui nella lettura dell'articolo