Vuoi essere più intelligente?
Sì, sembrerebbe esserci un’interpretazione West Coast della neurobiologia, incarnata dal magnetico professor Nicholas Spitzer, dell’University of California di San Diego. Il quale sostanzialmente sostiene che, se ci sta a cuore avere un cervello efficiente e ampliarne le facoltà, sarà meglio rivoluzionare le nostre abitudini nel tempo libero. Non serve a niente chiudersi in casa, in una devota penombra a ascoltare le sonate KV 448 e K488 di Mozart, negli anni 90 improvvisamente assurte al ruolo di energizzante (per quanto temporaneo) dell’intelligenza, perché così ricche di alte frequenze. Secondo Spitzer il cosiddetto Effetto Mozart è un bidone. Come, in generale, è illusorio il mito dei benefici cerebrali apportati dalla fruizione passiva della musica classica: semmai si sarebbero riscontrati nelle “cavie” dei fugaci quarti d’ora contraddistinti da qualche miglioramento delle abilità spazio-temporali, in sintesi sporadici picchi nell’analisi di forme e posizioni nello spazio e del senso dell’orientamento.
Tratto da d.repubblica.itProsegui nella lettura dell'articolo
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