#Sfida Autismo
Più che di “autismo” sarebbe più opportuno parlare di “autismi”, o, meglio ancora, sarebbe il rinunciare alle etichette e concentrarci su quel bambino che magari non sa giocare, comunicare, esprimere le proprie emozioni, che vive in una condizione di isolamento perché le interazioni sociali sono precluse ai diversi, ma che sa offrirci la ricchezza della sua diversità, da cui tutti abbiamo da imparare.
(Eugenio Serravalle)1
In occasione della “Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo” che si è celebrata a livello internazionale il 2 aprile, metto in stand by la discussione che sto portando avanti sulle problematiche degli altri alunni con Bisogni Educativi Speciali, per dedicare questa mia riflessione alla sfida dell’autismo, per sottolineare quanto spesso ho affermato nei miei precedenti post: ciascuno va rispettato, per l’intrinseco valore che porta dentro di sé, valorizzando ciò che di positivo, bello, significativo ha da dare!
Del resto a me non è mai piaciuta la definizione “autistico”, preferisco “affetto da autismo” giacché il soggetto non è la malattia ma ben altro… In questa prospettiva è necessario riflettere su come la convivenza con i coetanei rappresenta per tutti (alunni con autismo e normo dotati) un’occasione unica per sperimentare apprendimenti funzionali con il diverso da sé, insieme al/ai quale/i imparare a comprendere il mondo, imparandone le regole, per generalizzare via via in altri contesti le abilità apprese a scuola. Certo è un’operazione ardua e complessa, che necessita della collaborazione di tutte le figure interne ed esterne che ruotano intorno all’alunno, anche prevedendo adattamenti organizzativi dell’ambiente scolastico e un impiego di tutte le risorse disponibili.
In un blog che si occupa di psicologi a scuola voglio quindi soffermarmi su uno strumento che può accompagnare l’operatore nella #sfidautismo, un libro, dalla cui lettura può derivare una maggiore conoscenza consapevolezza circa le problematiche da affrontare e le possibili azioni diagnostico-terapeutiche terapeutiche su cui poggiare interventi didattici2 per soggetti con “disturbi dello spettro autistico”, come definiti dal DSM 5. Tuttavia d’ora in avanti, per le multiformi sfaccettature relative al fenomeno parleremo di autismi, come suggeriscono Felice Corona e coll., nel volume “Autismi: fenomenologia degli artefatti cognitivi”, pubblicato nel 2015 ma recentemente premiato per il suo rigore e versatilità3. Il libro si rivela, infatti, come uno strumento utile per tutti coloro che hanno a che fare, a scuola, con bambini e/o ragazzi che presentano disturbi collocabili nello spettro autistico.
Le tre parti in cui è suddiviso il libro rappresentano l’interallacciarsi di tre traiettorie per guardare gli autismi e i relativi diversi risvolti: l’aspetto teorico, quello didattico e la modellizzazione esplicativa.
La prima parte è caratterizzata infatti da un’analisi dei paradigmi teorico-evolutivi e degli archetipi e modelli psicoeducativi che, nel corso del tempo si sono focalizzati sui diversi e complessi aspetti della condizione autistica. La peculiarità della proposta sta nella traslazione di strumenti e interventi in ambito clinico–diagnostico valutativi che si intrecciano, dialogicamente, nella la seconda parte, con gli artefatti cognitivi vicarianti, consentendo l’implementazione di una didattica applicata e situata. L’investimento educativo nella gestione delle dinamiche emotive e relazionali, non solo consente la promozione delle competenze sociali e prosociali, ma appare funzionale alla costruzione di contesti inclusivi, laddove diventa necessaria una strutturazione organizzativa della scuola attenta alla valorizzazione degli aspetti laterali e creativi ma anche un lavoro di rete necessario al fine di avviare, nell’era della complessità, un virtuoso processo ecosistemico, al fine di gestire inclusivamente i contesti educativi. La terza parte ha invece un taglio operativo e propone una modellizzazione che schematizza quanto presentato in precedenza, fungendo da guida didattica di proposte progettuali che favoriscono il processo di apprendimento.
Il libro, caratterizzato da rigore scientifico, è corredato di un’ampia bibliografia di riferimento ed è pensato per tutti gli operatori coinvolti nella sfida lanciata dalla problematica degli autismi “intesi quali contestualizzanti problematiche, la cui visione disabilitante è la risultante di non conoscenza”4.
La riflessione continua nel prossimo post dove riprenderemo il discorso dei B.E.S., approfondendo le luci ed ombre della normativa.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
1) Illustrazione di Andrea I., bambino di 7 anni (affetto da ASD – Disturbi dello Spettro Autistico), tratta dall’immagine di copertina di “Autismi: fenomenologia degli artefatti cognitivi” di Felice Corona. (2015). Roma: Aracne.
2) Serravalle, E. (2016). Non autismo ma bambini e autismi. In www.eugenioserravalle.it
3) Burge, G. (2015). Prefazione. In Autismi: fenomenologia degli artefatti cognitivi. di Corona, F. (2015). Roma: Aracne.
4) Corona F. (2015). Autismi: fenomenologia degli artefatti cognitivi. Roma: Aracne. Opera vincitrice del Premio italiano di Pedagogia – IV^ edizione (2017) per il settore scientifico disciplinare M-PED/03, istituito dalla Società Italiana di Pedagogia (SIPED). Roma, 31/03/2017.
By accepting you will be accessing a service provided by a third-party external to https://www.psiconline.it/
Commenti