(S)legàmi. Cinque storie di legami con l'autismo
(S)legàmi: i non legami slegati e confinati da recinzioni.
(S)legàmi: i non legami slegati e confinati da recinzioni.
Essi sono stati fatti progressi significativi nella scoperta di geni associati al disturbo dello specchio autistico che sono anche associati a disabilità intellettive e ritardo nello sviluppo, condizioni che, tra di loro, sono spesso sovrapposte. Questa ricerca è stata presentata al Meeting Annuale dell'American Society of Human Genetics 2018 tenutosi a San Diego in California.
Sebbene siano presenti molti sintomi, questi disturbi sono spesso caratterizzati da tre tratti fondamentali: interazioni sociali deficitarie, abilità comunicative limitate e comportamenti ripetitivi.
La sindrome fu identificata nel 1943 dallo Psichiatra inglese Leo Kanner, il quale notò che alcuni bambini presentavano un comportamento patologico che esulava da quelle che erano le caratteristiche comuni dei bambini affetti da ritardo mentale o da schizofrenia ma era presente un disturbo nel "contatto affettivo con la realtà", che si traduceva in condotte di evitamento, tendenza all'isolamento ed atipie comportamentali (bisogno di immutabilità).
Appare nei primi anni, a partire dai sei mesi fino ad essere più espliciti intorno ai due/tre anni e prosegue durante il resto della vita, tuttavia è un disturbo dello sviluppo neurologico altamente variabile. Gli individui autistici possono avere alcuni aspetti della propria vita gravemente aterati e compromessi, mentre altri potrebbero rimanere normali o addirittura possono riscontrare un miglioramento.
Quale sottile filo lega tra di loro il fisico Isaac Newton al compositore Wolfgang Amadeus Mozart, il naturalista Charles Darwin allo scrittore Fedor Dostoevskij?
La maggior parte degli adulti con disturbo dello spettro autistico (ASD) ad alto funzionamento, hanno avuto o sono interessati a relazioni romantiche, secondo uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Psychology.
Sono stato portato, cioè, a ribadire alcuni concetti sul nascere e sul manifestarsi dell’autismo nella prima infanzia secondo le tesi degli autori sopra citati, ma anche ad avvalermi delle teorie piagetiane senza le quali, come dice il Bruner, oggi non si capirebbe quasi nulla dello sviluppo psicologico del bambino, del fanciullo e dell’adolescente.
La posta in gioco del trattamento dell’autismo sarebbe quella di supporre un soggetto laddove non c’è ancora, laddove non è potuto ancora avvenire. Parlare di un trattamento dell’autismo non significa collocarsi soltanto sul piano di un fenomeno da trasformare. Parlare di trattamento significa, invece, mirare a una ripresa soggettiva.
F. Ansermet
Un nuovo studio, a cura dei ricercatori della University of Southern California, fornisce alcuni suggerimenti sui modi in cui sia il paziente che il medico possono prepararsi al meglio a questi appuntamenti.
L' empatia, cioè la capacità di identificare e comprendere le emozioni delle altre persone, coinvolge molti aspetti: alcuni riguardano i processi di pensiero complessi e sofisticati, altri interessano quelli più semplici ma essenziali.
I ricercatori dell' Università di Bristol hanno utilizzato questionari insieme a informazioni cliniche e genetiche per studiare 6.091 soggetti dello studio longitudinale "Children of the 90s".
Degli studiosi della York University hanno scoperto che i genitori sperimentano un maggior impatto positivo verso la terapia del figlio, una volta pensato che la loro co-partecipazione ad essa incrementi e migliori l’esperienza familiare.
Circa il 70% dei bambini con autismo combatte contro problemi emotivi e comportamentali.
La microglia svolge funzioni cerebrali molto importanti e sembra giocare un ruolo cruciale nei disturbi mentali.
Adesso considera lo stesso centro in un bambino con un Disturbo dello Spettro Autistico (ASD). Differenti parti del cervello sono state ideate per poter parlare ognuno con l'altro o per lavorare insieme, questo traffico della comunicazione tra differenti aree cerebrali porta un esito inatteso e diverso per motivi non apparenti. Un team di ricercatori della San Diego State University, studiando le scansioni cerebrali MRI di bambini in età scolare, hanno scoperto modelli unici di comunicazione neuronale conivolgenti l'amigdala, l'area cerebrale responsabile dell'elaborazione delle informazioni sociali.
Il bambino affetto da autismo ha lo stesso sguardo di un lupo. Ti fissa come se non esistessi, attraversandoti come una lastra di vetro. Fin dai primi mesi di vita, la sua attenzione non è rivolta agli occhi della madre ma alla bocca, rifugge dal riconoscimento facciale che gli crea ansia e insicurezza. È come un orsacchiotto abbandonato vicino a una sedia.
Quando si parla di autismo si fa riferimento ad un insieme di disturbi del neurosviluppo con esordio precoce, che vengono circoscritti all’interno della definizione “Disturbi dello Spettro Autistico”.
In un nuovo studio, i ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine e del Montefiore Health System hanno scoperto che la maggior parte dei bambini che hanno superato la diagnosi, riscontrano ancora difficoltà e hanno ancora bisogno di supporto terapeutico ed educazionale.
Si osserva, come stadio normale, nello sviluppo del linguaggio infantile, caratterizzando la produzione linguistica dei bambini che tendono ad apprendere i vocaboli per imitazione.
Quando il fenomeno, invece, si presenta involontariamente è considerato un tic.
Un nuovo studio francese potrebbe far luce su perché il disturbo dello spettro autistico (ASD) colpisce i maschi circa quattro volte di più delle femmine.
Verde123, 33 anni Buongiorno, scrivo perché mi trovo in una situazione per me difficile da sopportare e risolvere. Sono sempre stata una p...
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