Terrorizzato (1454161388809)
Andrea, 26
Mi chiamo Andrea, ho 26 anni e abito vicino Sanremo.
La mia storia inizia il terzo anno di scuole medie, frequentate a Carcare in provincia di Savona perchè io vengo da li.
Andrea, 26
Mi chiamo Andrea, ho 26 anni e abito vicino Sanremo.
La mia storia inizia il terzo anno di scuole medie, frequentate a Carcare in provincia di Savona perchè io vengo da li.
Come facciamo a riconoscere uno stato d'animo su un volto?
Uno studio condotto da scienziati dell'Università di Pittsburgh (USA) e della British Columbia (Canada) dimostrerebbe che sono il movimento di labbra, occhi e sopracciglia a dircelo.
di Francesca Mangano
Affinché i nostri ragazzi non crescano con l’idea che nella vita per avere successo sia necessario avere solo dei buoni vuoti a scuola è necessario introdurre un concetto basilare, quello di educazione all’intelligenza emotiva.
Lucylu, 34
Buongiorno, vi contatto per avere un consiglio sul comportamento da adottare nei confronti della mia bimba di 2 anni che talvolta mostra segni di forte aggressività verso la sorellina di 4 mesi.
Per varie ragioni, molti di noi trovano più facile amare gli altri piuttosto che se stessi; anzi, a volte, siamo anche terribilmente duri con noi stessi.
L'ipotesi di partenza che ha ispirato il libro è che le pazienti che soffrono di anoressia e bulimia presentino un deficit nella regolazione delle emozioni e che i sintomi costituiscano delle modalità disfunzionali atte a regolare le emozioni stesse.
Quindi il testo propone un modello di trattamento finalizzato ad aiutare le pazienti a prendere contatto con le proprie emozioni conflittuali inconsce e a esprimerle in seduta.
Jaia, 33
Buongiorno, circa un anno e 8 mesi fa il mio compagno convivente è morto e l'ho trovato io in casa.
L’arte e la narrazione fungono da collegamento tra individuo e operatore alla relazione d’aiuto per consentire alla persona di comprendere le emozioni, strutturare identità e rielaborare in positivo vissuti dolorosi; il fine ultimo è di favorire una progettualità centrata su bisogni e singole peculiarità.
Ciò richiede al paziente la disamina dei propri schemi riguardanti le modalità di attaccamento al proprio partner e le relative emozioni che spesso derivano dalle esperienze relazionali nella famiglia d’origine: è quindi importante prendere in esame i vissuti infantili precoci.
Simona, 33
Buongiorno,
Mia figlia di 4 anni è al primo anno di asilo. Ogni mattina piange perchè io la lascio, ma nel corso della giornata mi dice la maestra che gioca e sta tranquilla. Da qualche giorno però la maestra mi riferisce che va continuamente in bagno a fare pipí, anche 10 volte nel corso della mattinata. Che devo fare? Rimproverarla o no (premetto che a casa va in bagno normalmente e non cosí tante volte). Come mi devo comportare? Grazie.
Gentile Simona,
sicuramente i dati da lei ritenuti più rilevanti possono invitarci a riflettere su alcuni aspetti cruciali. L'ingresso a scuola, il distacco da un genitore, l'inizio di nuove relazioni e scambi sociali sono eventi che in ogni bambino creano delle reazioni diverse a seconda del tipo di attaccamento che questi hanno instaurato con la figura di riferimento (materna, in questo caso).
Trattandosi del primo anno, potrebbe rivelarsi utile un inserimento graduale, in cui inizialmente (tempo permettendo ovviamente) lei potrebbe essere presente a scuola ed osservare sua figlia, in modo da farle sentire la sua presenza anche quando instaura rapporti con altri bambini. Potrebbe poi diminuire gradualmente la sua presenza fino ad arrivare alla situazione attuale.
I problemi di enuresi che lei riferisce potrebbero essere approfonditi principalmente con il suo pediatra, in modo da escludere problematiche di tipo biologico, essendo presenti "da qualche giorno".
I rimproveri sono da evitare in presenza di manifestazioni inconsapevoli e sono da incoraggiare le espressioni delle proprie emozioni. Utile potrebbe essere farsi raccontare come si sente sua figlia a scuola.
In bocca al lupo.
(a cura della Dottoressa Antonella Bersano)
Pubblicato in data 28/12/2015
Le abitudini sono spesso legate a pensieri radicati, talmente forti da essere spesso inconsapevoli e di difficile comprensione per noi, se non c’è qualcuno esterno a farci comprendere i pro e i contro di ciò che stiamo facendo.
Le abitudini ci creano conforto ed è più scomodo cambiarle, perché ci costa impegno e fatica, per cui se non ne comprendiamo i motivi difficilmente ci poniamo obiettivi di cambiamento e ci alimentiamo degli stessi vantaggi, che con il tempo non hanno più significato e diventano essi stessi il vero svantaggio.
Secondo i ricercatori della Concordia University e dell'Università di Toronto, l’ansia, il senso di colpa e il dolore spesso vengono di pari passo con una diagnosi e con un trattamento per il cancro.
Quando si deve interpretare lo stato mentale altrui, il contesto - cosi come lo sfondo e l'azione - sono degli indicatori importanti tanto quanto l'espressionedel viso ed il linguaggio del corpo.
La debolezza muscolare tipica della cataplessia può coinvolgere tutto il corpo o solo alcune zone.
Ma ciò non significa che dobbiamo lasciar loro il compito di gestire la nostra vita.
Le emozioni senza controllo sono come dei cavalli senza briglie: non riescono a condurci in nessun luogo da noi desiderato e possono addirittura farci correre gravi rischi. Il saper controllare le proprie emozioni è alla base del benessere psico-fisico; i sentimenti estremi – emozioni che diventano troppo intense o durano troppo a lungo – minano la nostra stabilità.
Ci sono tipi positivi di rabbia, che può essere sana e benefica, a seconda del contesto; ma la rabbia è spesso negativa e distruttiva in natura, ed è questo tipo di rabbia che andremo a trattare nel presente articolo.
Che si tratti di propositi per il nuovo anno o di qualsiasi altro traguardo che vogliamo raggiungere, la maggior parte di noi con il tempo inizia a “mollare la presa” e scoraggiarsi nel portare avanti i propri obiettivi. Troppo spesso i nostri sforzi falliscono e ci ritroviamo incapaci di staccare i nostri fondoschiena dal divano o le nostre mani dal cioccolato!
Questo volume raccoglie gli scritti che amici e colleghi hanno voluto dedicare a Rino Rumiati a conclusione della sua carriera di docente di Psicologia generale presso l'Università degli Studi di Padova.
Il disturbo schizoide di personalità, dal greco skizo, “scissione”, è un disturbo di personalità il cui tratto principale è la mancanza del desiderio da parte dell'individuo di relazionarsi con gli altri e la totale chiusura rispetto al mondo esterno.
Come psicologi dello sviluppo, sappiamo che i bambini iniziano a prestare attenzione alle emozioni degli altri dalla più tenera età. Essi si rendono attivamente conto delle emozioni altrui quando si prendono decisioni su come rispondere ad esse.
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