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Intervista a Tancredi Di Iullo, Presidente Ordine Psicologi Abruzzo

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on . Postato in Le interviste di Psiconline® | Letto 3282 volte

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Prosegue la carrellata di interviste ai Presidenti degli Ordini regionali degli Psicologi. è il turno del collega Tancredi Di Iullo, Presidente dell'Ordine Psicologi Abruzzo che ci illustra la sua idea e quella dell'attuale Ordine abruzzese in relazione allo sviluppo della professione di psicologo.

tancredi di iullo presidente ordine psicologi abruzzoTancredi Di Iullo, Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo, è stato il secondo Presidente, in ordine di tempo, che ha fatto recapitare a Psiconline le risposte all'intervista, inviata identica via email a tutti i Presidenti degli Ordini regionali degli Psicologi, per conoscere in modo approfondito la situazione della nostra professione regione per regione e per comprendere quali possano essere i progetti per il futuro professionale di tutti noi.

Come risulta dal sito del CNOP, Tancredi Di Iullo è laureato in Psicologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è specializzato in Psicoterapia Cognitiva Comportamentale dal 1986. Docente a contratto presso l’Università “G. D’Annunzio” Chieti – Pescara, annovera nel suo curriculum la pubblicazione di diversi articoli. La sua esperienza professionale si è sviluppata ed è maturata sin dal 1982 all’interno di servizi per l’Età Evolutiva presso l’Azienda Sanitaria 2 Abruzzo.

Già Consigliere, Vice–Presidente, Tesoriere del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo ne è attualmente il Presidente.

Da quando tempo è alla guida del suo ordine professionale?

Sono stato eletto Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo nel Febbraio 2014 dopo che nel corso degli anni, a partire dalla istituzione dell'Ordine, più volte ero stato eletto in Consiglio ricoprendo tra gli altri il ruolo di Vice-Presidente e di Tesoriere.

L'esperienza pregressa sicuramente ha rappresentato un buon viatico anche se il ruolo attuale sollecita maggiormente il mio senso di responsabilità.

La professione infatti in questi anni è interessata da notevoli cambiamenti che necessitano di rivisitare alcuni paradigmi culturali e professionali sin qui utilizzati e in primis l’Ordine è chiamato ad assolvere nuove funzioni che necessariamente implicano una diversa e maggiore attenzione da parte del Presidente, delle cariche esecutive e dell’intero Consiglio.

Cosa è stato realizzato dall’Ordine da lei guidato in questi anni a vantaggio della professione di psicologo?

Sarebbe lungo in questa sede elencare sic et simpliciter le cose fatte. Appare più opportuno parlare del disegno politico che ha generato le nostre azioni.

In tal senso posso dire che sin dall'insediamento si è cercato di superare l'autoreferenzialita' che nel passato troppo spesso ha contraddistinto l'azione dell'Ordine e degli stessi professionisti iscritti al nostro Albo.

In cambio abbiamo potenziato le politiche che in qualche modo potessero:

  • promuovere la presenza della psicologia nella comunità regionale attraverso
    • la partecipazione attiva nei tavoli regionali di interlocuzione ( Assessorati regionali alle Politiche Sociali, alla Programmazione sanitaria);
    • apertura della psicologia al mondo delle professioni ( ingresso e partecipazione alle Consulte delle Professioni, costituzione gruppo di lavoro PsicoArch unitamente agli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri);
    • Protocolli d'intesa con Ufficio Scolastico Regionale, Tribunale per i Minorenni, Cisl Scuola, Mibact Abruzzo.
    • Nuova e diversa interlocuzione con le Università regionali ( Tavolo tecnico per la Formazione, Convenzione per i tirocini professionalizzanti, costante raccordo con la dirigenza universitaria, interlocuzione con i comitati studenteschi da cui sono derivati momenti di formazione sul Codice Deontologico, sugli ambiti applicativi della psicologia, sulle nuove tecnologie) nella consapevolezza che il tempo e lo spazio della formazione di ciascuno é essenziale per la sopravvivenza della professione.
  • Attenzione ai colleghi iscritti all’albo e alle loro istanze
    • Nel corso degli anni il nostro ordine è cresciuto in modo esponenziale e attualmente al nostro Albo sono iscritti circa 2.700 colleghi. Chiaramente la struttura amministrativa ordinistica e la comunicazione con gli iscritti doveva essere necessariamente rivisitata per raggiungere tutti e permettere loro di accedere alla vita ordinistica sentendosi accolti nelle loro istanze e divenendo consapevoli che l’Ordine non è una scatola vuota (come demagogicamente si voleva far credere) ma uno spazio di appartenenza e di condivisione dei temi legati alla professione. In tal senso le azioni intraprese sono state:
      • Attivazione delle due sedi ordinistiche site in L’Aquila e Pescara con presenza settimanale del Presidente;
      • Riorganizzazione delle funzioni di segreteria e formazione del personal;
      • ristrutturazione del sito istituzionale con spazi social;
      • creazione del gruppo di lavoro Comunicazione Psy, comunicazione in diretta video con il Presidente, contatto diretto con il Presidente al recapito telefonico dedicato, accoglienza degli iscritti presso le sedi di L'Aquila e Pescara sui temi più complessi;
      • accoglienza dei nuovi iscritt;
      • Organizzazione dell’Open Day della psicologia abruzzese giunta ormai alla 3° edizione.
  • Attenzione ai temi della trasparenza amministrativa con definitiva attivazione sul sito istituzionale del Link sulla trasparenza e inserimento di tutti gli atti prodotti dal Consiglio nelle sedute consiliari (Delibere e verbali).
    • Il tema della trasparenza al momento dell’insediamento era molto sentito e quindi, anche se materia complessa, abbiamo dedicato ad esso molta attenzione. Non in un’ottica di mera applicazione di leggi statali (come demagogicamente si vuol far passare riducendone in tal modo il valore stesso) bensì consapevoli che la trasparenza prima ancora che una legge è un valore a cui tutti noi dobbiamo ispirare l’azione politica e amministrativa.

Potremmo continuare a lungo ma, ripetendomi, non sembra questo il luogo più opportuno.

Aggiungo solo che accanto alla promozione della professione non abbiamo dimenticato la sua Tutela e a tal proposito cito per tutti l'Atto di Impulso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché rivedesse la decisione della Regione Abruzzo di inserire all'interno della normativa regionale sui DSA anche la figura del Pedagogista Clinico.

Pensa che ci sia ancora molto da fare per trasformare gli psicologi da singoli professionisti in un gruppo coeso e funzionale alla promozione della psicologia e del benessere psicologico?

Il tema della coesione in questo momento rappresenta ancora una nota dolente. La professione appare ancora divisa, vi sono ancora professionisti che considerano il loro modello di riferimento l’assoluto, vi sono ancora professionisti che denigrano il “verbo” del collega.

Così non va bene. Il risultato di tutto ciò è data dalla rappresentazione sociale che si ha della psicologia, rappresentazione sociale che parla di comunità professionale divisa, di scienza che non offre certezze, di interventi psicologici che variano con il variare del professionista.

Occorre superare il modello che pone al centro il modello teorico a favore della centralità del paziente, occorre individuare le basi comuni delle diverse psicoterapie, occorre capire che modelli culturali diversi permettono di veicolare il messaggio che i diversi orientamenti presenti, sono diversi perché affrontano la complessità dell'uomo, è proprio per questo non sono criticità bensì risorse da offrire al cittadino.

Quali progetti ha per il futuro prossimo per far crescere e per tutelare la professione di psicologo?

Le progettualità future sono subordinate alla non ancora definita scadenza del mandato che potrebbe essere al 31 dicembre di questo anno o al 31 dicembre 2019.

In linea di massima l'intendimento è quello di:

  1. continuare a sviluppare le attuali linee di lavoro e laddove possibile rafforzarle;
  2. affiancare i colleghi nell'elaborare i cambiamenti che saranno introdotti nella professione dalla Legge n. 3 dell’ 11 gennaio 2018 ( c.d. Legge Lorenzin) che ha transitato definitivamente la professione di psicologo tra quelle della salute;
  3. rafforzare le interlocuzioni con le Università regionali;
  4. favorire lo sviluppo della cultura delle evidenze in psicologia e psicoterapia;
  5. rafforzare ulteriormente le strutture amministrative dell'Ordine allo scopo di essere più aderenti alle nuove istanze che il cambiamento introdotto dal passaggio a salute determineranno con particolare attenzione alla Formazione Continua.

La psicologia sta passando definitivamente fra le professioni sanitarie. Cosa ne pensa? È un vantaggio? È uno svantaggio?

Grazie per la domanda. Senza ombra di dubbio dico che è un vantaggio.

A partire dalla legge di ordinamento il ruolo professionale dello psicologo si è molto evoluto accompagnando i diversi bisogni degli individui, delle famiglie, dei gruppi e quindi diversificando le attività psicologiche nei diversi contesti. Tutto ciò ha reso evidente l'impatto della psicologia sul benessere, sulla qualità della vita, delle relazioni e in generale sulla salute.

Di tutto ciò si è accorto il legislatore che con la Legge n. 3/2018, c.d. Legge Lorenzin, ha ricompreso la professione di psicologo tra le professioni sanitarie.

In una bella nota che il Ministro ha inviato al Cnop così scriveva" ...e' ormai evidente che la professione di psicologo meriti sempre più di essere considerata, inserita,introdotta nel sistema sanitario nazionale del nostro paese in maniera ancora più strutturata e profonda...il ruolo dello psicologo. Diventa sempre più necessario all'interno della nostra società , confrontandosi con richieste quanto mai diversificate, dalle condizioni di disagio esistenziale e di difficoltà relazionali legate all'età ai veri e propri disturbi psichici di vario tipo ed entità."

Un riconoscimento resosi possibile anche grazie ad un nutrito corpo di evidenze scientifiche, prove empiriche, esperienze qualificate, sul ruolo degli aspetti psicologici (soggettività, relazioni, comportamenti) e degli interventi effettuati da psicologi per la salute psicofisica, la prevenzione, la promozione, cura, riabilitazione e assistenza.

Un riconoscimento che a partire dall' art.1 della Legge 56/89 permette, inoltre, di riaffermare quali sono gli atti tipici dello psicologo, atti di esclusiva competenza dello psicologo, atti sanitari che non possono essere svolti da altri e per tale motivo rafforza la professione sia all'interno delle professioni sanitarie sia all'esterno, leggasi counselor, pedagogisti e via discorrendo.

Nuovi scenari, quindi, si aprono alla professione e infatti il Ministro nella nota già citata così continuava: "... nell'attuale contesto sanitario in cui emergono nuovi bisogni di salute, anche gli psicologi sono chiamati con grande impegno a tradurre nella pratica quotidiana nuovi ruoli, nuove conoscenze e nuove competenze, in stretta collaborazione con gli altri professionisti sanitari."

Nei prossimi mesi e anni assisteremo alla emanazione di norme che daranno piena e completa attuazione al decreto in parola e con esso gli scenari saranno più chiari e definiti.

Sin da ora però possiamo affermare senza tema di smentita che saremo chiamati a rivisitare tutti i nostri paradigmi culturali di esercizio della professione.

Penso che questo passaggio porterà ad una rivisitazione dell'attuale modello di formazione e mi riferisco ad una rivisitazione degli ordinamenti didattici, al numero di accessi ai Corsi di laurea in Psicologia, al superamento del 3+2 per tornare alla Laurea quinquennale, alle modalità di svolgimento del tirocinio professionalizzante, ad una rivisitazione dell’Esame di Stato per l’accesso alla professione.

Non sembrano cose di poco conto sia in termini di tutela che di promozione e sviluppo della nostra professione.

È vero che non sono dietro l'angolo ma sono cose di cui già si parla con insistenza nei tavoli di interlocuzione ministeriali.

La formazione continua, ECM e ECP, caratterizzeranno ancor più la formazione e l'aggiornamento professionale e in tal senso abbiamo già detto come il nostro Ordine regionale stia preparando le proprie strutture ad accompagnare i colleghi nei percorsi formativi, fermo restando la libertà di ciascuno di seguire propri percorsi formativi.

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Le nuove sfide rappresentano uno stimolo al miglioramento, impediscono la sedimentazione di idee, comportamenti, pratiche che risulterebbero di nocumento allo sviluppo della professione.

In tal senso non bisogna temerle. Ho già detto come in questi 4 anni il nostro Ordine ha cercato di prepararsi a questa transizione con piccole e semplici azioni che rappresentano un vantaggio nel momento in cui si darà corso alle norme attuative di cui sopra. Penso che dobbiamo e possiamo guardare con discreta fiducia al futuro, respingendo con forza ogni disfattismo, ogni demagogia, nella consapevolezza della nobiltà della nostra professione e, più modestamente, del fatto che il nostro Ordine saprà accompagnare queste trasformazioni camminando insieme ai colleghi e condividendone ogni momento.

Con il passaggio fra le professioni sanitarie emergerà per tutti gli psicologi l’obbligo della Formazione Continua. Cosa ne pensa? Può essere un momento di crescita della categoria oppure è un obolo da pagare al sistema?

L'obbligo formativo è già previsto dal nostro Codice Deontologico e gli psicologi per quanto visto in questi anni si sono sempre contraddistinti per la costante partecipazione ad eventi formativi ai diversi livelli.

La formazione e l'aggiornamento professionale appare ineludibile non perché è l'Ordine a volerlo o peggio ancora ad imporlo, è nei fatti: la società non può accettare professionisti che non aggiornino in itinere la loro formazione pensando che quella di base sia sufficiente per l'intero arco lavorativo.

Quanto sopra è ancor più valido laddove si consideri che la nostra, come sopra detto, è professione della salute e quest'ultima è diritto costituzionale della persona, del cittadino.

Sulla formazione continua si è fatta e si continua a fare molta demagogia fors'anche per difendere diritti acquisiti. In realtà la considero una formazione che lo Stato ha ritenuto necessario proporre, anche in ossequio ai dettami dell'Europa, affidando agli Ordine la funzione di gestirla.

Come detto sopra noi in Abruzzo ci stiamo provando e solo il tempo potrà dirci dove e in cosa possiamo migliorare allo scopo di accompagnare nella maniera più indolore possibile il collega nei suoi necessari ed essenziali percorsi formativi propri dei professionisti e dei professionisti della salute.

Cosa pensa dello sviluppo della psicologia Online? Può essere una nuova opportunità di lavoro oppure crea solo confusione?

Sul tema della psicologia online il Consiglio Nazionale ha attivato la Commissione Atti Tipici, di cui facciamo parte anche io, il nostro Vice Presidente Ulderico Cicconi e il collega Luigi Di Giuseppe.

La commissione ha prodotto un documento, reperibile sul sito del Cnop, dal titolo significativo: Digitalizzazione della professione e dell'intervento psicologico mediato dal Web.

Con esso si è voluto essenzialmente aprire la porta al futuro, si è voluto accogliere le possibilità che il Web offre alla professione, si è voluto esaminare le criticità in relazione alla legislazione vigente, ai dettati del Codice Deontologico, al setting terapeutico.

I temi ad esempio della Web reputation, peraltro trattati anche in Abruzzo proprio grazie a voi di Psiconline, sono importanti anche e soprattutto in aderenza alle istanze di promozione della professione che provengono in particolare dai colleghi giovani e nativi digitali. In tal senso è un tema che può unire la professione superando la tentazione demagogica di dividerla ulteriormente con artificiosi conflitti generazionali.

Per quanto sopra quindi appare chiaro che la psicologia online, se opportunamente governata e gestita, sicuramente è una opportunità per la professione, una professione che per sua natura deve saper superare ogni rigidità per aprirsi al mondo.

Secondo il suo parere, in quali campi nuovi la psicologia dovrebbe trovare i suoi spazi di ampliamento?

A partire sempre dall'art. 1 della Legge di Ordinamento e dalla consapevolezza, forse all'apparenza un po' presuntuosa, che la psicologia è in ogni cosa, in ogni nostro atto, in ogni nostra relazione, in ogni nostro sentire, in ogni nostro comportamento, penso che gli ambiti di applicazione siano tantissimi; penso solo a titolo esemplificativo ai temi legati al benessere psicologico nei contesti di vita e di lavoro, penso alla nuova frontiera dell’economia comportamentale, penso ad alcuni ambiti legati alla salute: psiconcologia, consulenza genetica psicologica, psicogeriatria, gastropsicologia, psicologia delle cure primarie.

Penso pure che l’apertura di nuovi spazi di professione non possa prescindere dalla formazione universitaria, da una formazione non più autoreferenziale ma pronta ad aprirsi alla società civile, pronta ad accogliere in modo flessibile le istanze che da essa provengono, pronta ad integrarsi con le funzioni che lo stato attribuisce agli Ordini professionali.

Vuole aggiungere qualcosa a quanto abbiamo detto?

A conclusione vorrei solo ringraziare per l'opportunità che Psiconline ha voluto concedere al nostro Ordine di comunicare con i propri iscritti. La comunicazione non è mai abbastanza e quindi ben vengano queste occasioni. Grazie e buon lavoro.

 

Chiudiamo qui la nostra intervista con Tancredi Di Iullo, Presidente Ordine Psicologi Abruzzo e lo ringraziamo per la sua disponibilità e per la cortesia che ha voluto riservarci. Psiconline ne è veramente lieta.

Ai nostri lettori diamo ancora appuntamento con le interviste che eventualmente i Presidenti degli Ordini regionali degli psicologi vorranno inviarci in risposta alla nostra richiesta. A tutti un augurio di buon lavoro nell'interesse della Psicologia e degli Psicologi.

 

 


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