Psiche
Non possiamo vedere la psiche come vediamo i corpi. Eppure non c’è nulla di più reale della nostra componente immateriale. Sono tangibili le azioni che produce, intense le passioni che smuove, laceranti e distruttive le sofferenze che genera, tenendo in ostaggio la vita.
Questo pulsare di energia psichica non avviene nel vuoto, ma nella società e nella storia. Mentre la frattura ossea di un europeo di oggi è simile a quella di un antico egizio o di un indio precolombiano, una lesione della psiche è del tutto diversa. Per larga parte della vicenda umana è prevalsa una condizione partecipativa, fusionale, in cui – con l’aiuto di cerimonie collettive e di convinzioni profonde – i contenuti psichici inconsci venivano proiettati nel mondo circostante.
La modernità invece, attraverso l’eclisse del sacro e l’espansione della coscienza, fa tornare lentamente le proiezioni nell’individuo. Uno spostamento titanico, previsto sia da Freud sia da Jung, che esalta la libertà personale, ma crea una nuova fragilità: rende solitarie le emozioni, e alimenta le patologie della psiche postsociale.
Luigi Zoja, tra i maggiori analisti junghiani, osserva da vicino queste dinamiche, sciogliendo diversi equivoci. A cominciare dallo statuto della psicoanalisi, non assimilabile alle scienze naturali e al modello medico di cura come ripristino di uno stato preesistente. «Lo svuotamento completo dell’inconscio non è possibile … Sarebbe quindi innaturale abolire ogni proiezione, sperando di trasformarla in consapevolezza».
Autore
Luigi Zoja, già presidente della IAAP, l’associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, ha lavorato a Zurigo, New York e Milano. I suoi saggi sono tradotti in quindici lingue. Tra i più recenti: Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo (2003), La morte del prossimo (2009), Centauri. Mito e violenza maschile (2010), Utopie minimaliste (2013) e Tra eresia e verità (con Leonardo Boff, 2014). Presso Bollati Boringhieri sono usciti: Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (2000, n. ed. 2003), Giustizia e Bellezza (2007), Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza (2009), Al di là delle intenzioni. Etica e analisi (2011) e Paranoia. La follia che fa la storia (2011). Ha vinto per due volte (2002 e 2008) il Gradiva Award, assegnato ogni anno negli Stati Uniti alla saggistica psicologica.
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