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Come la musica influenza l'autostima. Empatia e idoli musicali

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Ascoltare musica che trasmette messaggi positivi può influenzare positivamente l'umore, contribuire a far nascere una visione più ottimistica della realtà, abbassando il livello di stress e migliorare l'opinione di sé.

Come la musica influenza lautostima. Empatia e idoli musicali

Da sempre la musica ha avuto un ruolo di rilievo nella società. Ha accompagnato momenti importanti quali per esempio le lotte contro le discriminazioni, ha dato vita a mode e nuovi stili di vita. Oltre a creare coesione sociale e messaggi condivisi, la musica è capace di influenzare il rapporto con noi stessi.

Ascoltare musica che trasmette messaggi positivi può influenzare positivamente l'umore, contribuire a far nascere una visione più ottimistica della realtà, abbassando il livello di stress e migliorare l'opinione di sé.

Musica e autostima

Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che i cambiamenti di umore provocati dalla musica, seppure temporanei, contribuiscono a migliorare la nostra autovalutazione. Un esperimento ha rivelato come i partecipanti coinvolti hanno mostrato un aumento di autostima se sottoposti all'ascolto di musica che trasmetteva pensieri positivi, rispetto a chi è stato sottoposto all'ascolto di musica che al contrario faceva leva su sentimenti associabili alla tristezza.

Risultato ancora più evidente in chi aveva precedentemente dichiarato di avere una bassa autostima: in questo caso l'ascolto di musica triste ha avuto l'effetto di abbassare ulteriormente in modo significativo l'opinione di sé.

L'importanza dell'empatia

Come funziona questo meccanismo che permette alla musica di influenzare la nostra autostima? Innanzitutto diciamo che non esistono musiche che possono essere definite utili a questo scopo a priori. Tutto dipende dalla nostra percezione, dal nostro gusto, da come ci arriva una canzone e dal rapporto che instauriamo con essa. Un ruolo determinante svolge infatti l'empatia.

Quando ascoltiamo una canzone che riesce a far insorgere un sentimento empatico tra noi e chi la canta ci viene spontaneo pensare di poter far nostra la sua esperienza di vita fino a condividerla e tendiamo ad immedesimarci con lui facendo nostri i concetti che esprime. Se la canzone esprimerà un’autovalutazione positiva, anche noi saremo spinti a valutarci in modo più indulgente.

Vediamo molte star della musica internazionale presentarsi con un'immagine "vincente". Forti, sicure di sé, decise ad inseguire i loro sogni e determinate a perseguire il successo in quello che si sono prefissate. Il messaggio che vogliono far arrivare al loro pubblico si basa anche su un'idea di condivisione attraverso la quale chi ascolta sente di poter far proprio quel modo di pensare e di utilizzarlo per far fronte anche alle sue sfide e difficoltà quotidiane con più determinazione.

Ne deriva che i messaggi che ci arrivano attraverso la musica possono avere un peso anche nell'orientare il nostro modo di pensare e di comportarci. Idealizzare un artista può portare a condividere, e a volte anche a giustificare, le sue idee facendole nostre e influenzando di conseguenza il nostro processo cognitivo. Detto questo, risulta facile capire quale potere abbia la musica se consideriamo la sua capacità di veicolare messaggi raggiungendo un gran numero di persone. Torneremo su questo punto più avanti, parlando del rapporto tra musica e adolescenti.

Gli idoli musicali

Vale la pena di dedicare alcune righe ad una forma di relazione che si crea tra il musicista, forse meglio dire l’esecutore di un brano o il cantante di una canzone, e quella parte più appassionata dei suoi ascoltatori che viene normalmente definita come fan.

Va detto che oggi la diffusione dei mezzi di comunicazione ha aumentato l’interesse nei confronti dei personaggi noti e delle loro vite, è facile avere l’impressione di poter entrare nella vita di un artista, nel suo privato, per condividerne esperienze e pensieri come abbiamo visto succedere con l’insorgere di rapporti empatici. Quello che si origina, più che una vera e propria relazione sociale può essere definito come un rapporto parasociale, in cui la reciprocità tipica di una relazione non è reale ma è simulata da una delle parti.

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Gli idoli per soddisfare dei bisogni

Come succede in ogni tipo di relazione, anche quella tra un fan e il suo idolo soddisfa dei bisogni specifici. Lo psicologo americano George Stever classifica le fonti di attrazione alla base di quei bisogni psicologici che vengono soddisfatti da una relazione parasociale:

  •  attrazione per le abilità e le prestazioni dell’idolo: in questo caso l’idolo può avere l’effetto positivo di incoraggiare con il suo esempio l’impegno per raggiungere i propri obiettivi;
  •  attrazione romantica che fa nascere e alimenta fantasie: permette di sperimentare emozioni in un contesto sicuro, senza temere disillusioni da una controparte che potrebbe risultare indifferente o ostile;
  •  idealizzazione dell’eroe: l’idolo impersona la figura perfetta che la realtà difficilmente ci offre, i suoi difetti vengono giustificati o non considerati;
  •  identificazione: vengono ricercati tutti quegli elementi, veri o presunti, che ci avvicinano al nostro idolo per rispecchiare su di noi le caratteristiche che ce lo rendono così unico e aumentare, di conseguenza, la nostra autostima;
  •  attaccamento parentale: un aspetto tipicamente femminile che consiste nel desiderio di proteggere e accudire coloro che amiamo e stimiamo.

Una risposta alle richieste della società

Il desiderio di avere un idolo a cui ispirarsi è generalmente associato in modo particolare a persone che si trovano a disagio nelle situazioni reali, persone molti timide e introverse che trovano difficoltà ad interagire in modo soddisfacente con altre persone reali. Ma non è sempre così. La società in cui viviamo ci detta requisiti e modelli considerati vincenti che vengono ricompensati con l’approvazione sociale. È facile che ci si possa sentire inadeguati, non all’altezza delle aspettative altrui ma anche delle nostre aspettative. Coloro che ci sembrano possedere questi requisiti diventano quindi ai nostri occhi modelli da seguire, con un sentimento misto di ammirazione e invidia.

Per concludere, dobbiamo anche sottolineare come spesso l’idea che ci facciamo del nostro idolo non corrisponda alla realtà, tanto che lui stesso avrebbe difficoltà a riconoscersi nell’immagine che ci siamo creati di lui. Ma questo ha poca importanza, quello che conta è che risponda alle nostre necessità del momento, fino a quando smetteremo di avere bisogno di lui.

 

 

Bibliografia:

  • Balestrieri, A. (2021), La mente in musica. Come ragisce il cervello all'ascolto della musica, Milano, Independently published

 

dott.ssa Annalisa Balestrieri

 

 


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Tags: stress disturbi dell'umore musica positiva

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