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Contemporaneamente - Luci ed ombre del Millennio

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I colori di Barbablù

Valentina Marra e Valeria Bianchi Mian riflettono insieme sulla simbologia nelle fiabe. Dopo un viaggio trasformativo con Pinocchio, è il turno di Barbablù.

barbabluBarbablù (fr. Barbebleue) è una famosissima fiaba di Charles Perrault (1697). Il protagonista è un inquietante nobiluomo dalla barba blu-azzurra che sposa belle fanciulle e poi le uccide. Nel sotterraneo del suo castello, dietro una porta chiusa a chiave, nasconde un segreto: la stanza di sangue, il luogo nel quale conserva i cadaveri delle sue mogli. L’ultima della serie, la curiosa e intraprendente anima femminile della storia, svela l’arcano. Se non venisse salvata in extremis dai propri fratelli, farebbe la stessa fine delle donne che l’hanno preceduta.

In questo articolo, Marra e Bianchi Mian si soffermano principalmente sulla simbologia del colore, aprendo nuovi sguardi sulla barba del crudele Barbablù.

Alla scoperta del blu

di Valentina Marra

Si-Ling (dal cinese, quattro animali).

Quattro sono creature nelle costellazioni cinesi. Quatto sono gli animali, quattro i punti cardinali. Ad ognuno dei quattro animali è stato assegnato un nome umano. Ogni membro del Si-Ling ha sette costellazioni ad esso associate (seishuku nella tradizione giapponese), e corrisponde ad uno dei cinque elementi della filosofia cinese.

Qīnglóng 

Il drago blu guardiano dell’Est; è associato alla primavera e all’elemento legno. Forte e potente, protegge il paese controllando la pioggia.

Il blu, che si trova tra le lunghezze d'onda da 466 a 482 nm, disattiva l’adrenalina attraverso il sistema parasimpatico ed invita alla calma. È uno dei tre colori primari, insieme al verde e al rosso. Nell'Antico Egitto, il blu era opposto al rosso ed era considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito. Blu era anche la tinta della pelle del dio dell'aria Amon.

Il sangue reale è detto blu  perché, prima che l'abbronzatura diventasse un simbolo di bellezza e benessere, essa era tipica di chi stava sempre all'aperto e lavorava la terra, mentre i nobili, all'interno delle proprie dimore, erano pallidi; il pallore era ricercato proprio per il suo significato di grazia e splendore. Chi possiede una pelle pallida ha vene superficiali che risaltano ed assumono la colorazione bluastra, donando la tipica espressione per indicare il grado di nobiltà, di ‘e-levatura’.

Nella religione Induista, un avatar o avatāra, è l'assunzione di un corpo fisico da parte della Divinità, o di uno dei suoi aspetti, e consiste nella deliberata incarnazione di un Deva o del Signore stesso in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti.

Krishna, l'ottava manifestazione, è l'avatar per eccellenza, ed il suo nome è spesso preceduto dal titolo di rispetto induista, Shiri. Krishna,  in sanscrito, significa nero, scuro, e identifica qualcuno che possiede la pelle scura. Il colorito della pelle viene descritto simile al colore delle nuvole cariche di pioggia, ed è per questo che egli è spesso rappresentato nei quadri con il volto e la pelle blu scuro, se non addirittura nera. Da ciò deriva il suo epiteto Ganashyama, che letteralmente significa appunto dalla pelle del colore delle nubi cariche di pioggia.

Mare e cielo 

Blu come le profondità del mare e del cielo, blu è la saggezza di Sophia

James Hillman, nel suo bellissimo testo Psicologia Alchemica, parla del colore azzurro e del blu come fonte di ispirazione di grandi geni come Proust e Cézanne.

Hillman scrive che non è la mente che si perde nel cielo azzurro, ma è il cielo azzurro che è racchiuso nella mente umana.  L’Anima Mundi, sulla quale Hillman si sofferma nel libro, dimostra che vi è un rapporto tra tutte le cose esistenti e ciò avviene poiché Eros è il fondamento su cui poggia il mondo.

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In alchimia vi è uno stato dell’Opera, il blu. Un blu che si associa ala nostalgia: esso segue la Nigredo e precede l’imbiancamento.

Concludo con le parole di Hillman:

L’umore blue che alimenta la rêverie, il cielo azzurro che richiama l’immaginazione mitica ai suoi ambiti più lontani, l’azzurro di Maria, la quale per l’Occidente è l’editore di Anima intesa come istigatrice del fare immagini, La rosa celeste del romanzo cavalleresco, un póthos che si strugge per l’impossibile contra naturam.”

(J. Hillman, Psicologia Alchemica)

L’azzurro è il colore dell’immaginazione 

(...) L’azzurro apporta una doppia nostalgia, per ciò che non potrà mai essere, ciò che è perduto e scomparso, lontananza come distacco dell’anima dalla sua patria; e nostalgia per l’intensità azzurra, per la visione azzurra, per i lapislazzuli dei capelli delle dee e per quei momenti in cui “le cose cantano se stesse” e l’anima si sente finalmente a casa.” 

(J. Hillman, Psicologia Alchemica)

 

L’Ombra blu dello sposo

di Valeria Bianchi Mian

Nella Grande Opera, che è il percorso compiuto dagli alchimisti nel Vas della trasmutazione, transitare dal nero al bianco non è un passaggio che avviene in una volta sola. Una serie di sfumature intermedie coglie l'anima e la trasporta nei colori: la Cauda Pavonis è una delle fasi che coinvolgono ogni artifex che si rispetti.

Ci sono pigmenti blu nell'argento, c’è il vino ci attira in ebbrezza con il suo bel blu-viola, c'è il blu profondo delle mille e una notte attraversate dai sogni archetipici, c'è la tristezza "che emerge dalla disperazione e procede verso la riflessione" e veste spesso di blu - Alchemical Blue and the Unio Mentalis è il titolo di un articolo di James Hillman. L’ho apprezzato all’epoca della mia Tesi di Laurea, alla fine degli anni ‘90. Si tratta di un capitolo tratto dallo studio sul colore argento e bianco in Annual of Archetypal Psychology and Jungian Thought, 1986.

La riflessione è blu. Un blu distante come il cielo che ci sovrasta e ci accompagna in una strada di montagna, in inverno; è un blu stellato.

Una turbolenta dissoluzione della Nigredo può mostrare, come in Film blu di Krzysztof Kieslowski, un linguaggio blu.

Adesso so che farò una sola cosa: niente. Non voglio più né proprietà né ricordi, amici, amori o legami: sono tutte trappole.”

(da Film blu di Krzysztof Kieslowski)

L’amore a volte è amour bleu, blu come i fiori blu carnali di Georgia O'Keeffe, è intensità nei toni del blu dei selvaggi empatici di Avatar - ultimo barlume di Madre Natura, quasi al finire. Blu è freddo acciaio, venefico Prussia ma anche rassicurante carta da zucchero.

"Il blu di Prussia, miscela di ferro e cianuro, è un colore intenso. Può essere associato alla malinconia, a stati d'animo velenosi come il cianuro stesso o alla riflessione non scevra di sofferenza per la sua profondità." (Dal mio brano Blu e Rosso, Golem Ed., 2015)

Il Blu riluce nei dipinti di Chagall (che non vedo l'ora di riammirare a Nizza, passeggiando per le sale del museo a lui dedicato), nei voli dello sposo e della sposa, nel desiderio e nel sogno, nel blu dipinto di blu di una canzone italiana, sospesi nelle tonalità oniriche, riposanti e al contempo inquiete del sonno e dell'amore.

La putrefactio - che è la morte simbolica nel procedimento alchemico - genera una nuova consapevolezza che ci parla di una esperienza nel profondo, nelle segrete tinteggiate di blu dell'anima stessa. Il blu profondo della veste della Madonna conserva nelle ombre, tra le pieghe del tessuto, la possibilità di comprendere, attraverso il ripiegamento in noi stessi, ciò che non vogliamo ancora vedere...

Il Blu”, scrive Hillman, “protegge il bianco dall’innocenza”.

Blu attesa, distacco, distanza e rinuncia. Blu prima dell'aurora. Blu riposo meritato, colore del pensiero che si tuffa in noi per essere abbracciato. È farsi senso, significato.

Barbablù è tra noi?

La versione più nota di Barbablù è quella seicentesca trascritta da Charles Perrault.

Un riassunto brevissimo.

La più giovane di tre sorelle sposa un uomo potente, nonostante il ribrezzo che prova per il soggetto. Va ad abitare con lui in un castello isolato ed è trattata come una sorta di uccellino in gabbia. Lui concede alla sposa l'accesso alle stanze del maniero. Solo una tra le chiavi che il marito le consegna non potrà essere da lei utilizzata. Purtroppo, o per fortuna, si sa: la curiosità uccide il gatto; tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino e la curiosità è donna. I proverbi e i detti popolari colpiscono sempre al centro della scena umana. Dentro la stanza proibita ci sono i cadaveri di tutte le altre donne. Sembra arrivato il turno della giovane curiosa. Dovrà morire anche lei così come sono morte tutte le spose di Barbablù? Colpo di scena: i fratelli della malcapitata giungono al galoppo per salvarla. Fine.

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Nella tradizione europea ritroviamo alcuni elementi di questa fiaba andando a rispolverare le trame più antiche, la memoria di riti di passaggio realmente esperiti dalle fanciulle e dai fanciulli in crescita. 

Un testo sopra tutti, una nota bibliografica: Vladimir Ja Propp, Le radici storiche dei racconti di fate, del 1946. 

In questa accezione, non è tanto la somiglianza del potente Barbablù con personaggi reali della storia umana (così come da più parti è stato sottolineato, vedi il nobile pedofilo e assassino Gilles De Rais o il re uxoricida Enrico VIII) a risultare significativa, ma la collettiva, tribale esperienza del rito come luogo psichico (e non solo) di sofferenza e morte simbolica. C'è da notare però che nella fiaba si parla di matrimonio di morte, se non addirittura con la morte. L'assassino è sposo, il mostro è padre, padrone e compagno. Ma c’è del blu nella questione: possiamo prendere coscienza, possiamo comprendere, realizzare, vedere.

L'incontro con questa Ombra blu del principio maschile ci trasporta nei luoghi del mito, segue ogni vergine Core all'inferno di Ade. Core la vergine ingenua diventa una Persefone regina, immagine al confine tra innocenza e scelta, nella quale galeotta fu la rottura del patto.

Non assaggiate i chicchi di melagrana è la regola che viene imposta a Core: eppure il frutto è lì, offerto per essere colto. La giovane mangia, il destino si compie. Un destino di dipendenza dall'inferno e di coscienza dell'oscuro potere.

Non aprire quella porta è la regola della giovane sposa di Barbablù.

La giovane apre, e la realtà della morte si svela. Comincia l'inferno ma poi c'è la risalita.

Anche questo tema, tipico dei racconti fiabeschi e analizzato da Vladimir Ja Propp, apre una strada. La via è quella che ci porta a chiedere a noi stessi quanto siamo coinvolti nel destino.

Il chicco di melagrana può essere un dettaglio, un piccolo gesto che fa la differenza nella scelta del partner. Che cosa non si può vedere? Che cosa vedo ma non ammetto? Quale chiave è già in mia dotazione? Tutte domande da porsi quando si incontra un potenziale partner, ad esempio. Se nella fase iniziale gli elementi della Grande Opera si mescolano nei toni del nero, talamo mortifero e diabolico matrimonio tra il maschile e il femminile che si "feriscono" a vicenda, muore la Luna nell'abbraccio del Sole e lui si spegne in lei. Quando comincia il blu, si accende il primo barlume di coscienza ed è subito possibilità di scelta.

D’altronde, per incontrare il blu dell’Imperatore e del Papa, archetipi del maschile capace di tenere le fila del regno e di coinvolgere lo spirito in condivisione corale, unita nel significato religioso del nostro essere umani, occorre tuffarsi nel colore. Le barbe dei due personaggi dei Tarocchi di Marsiglia Camoin-Jodorowsky sono tutte da pettinare, da toccare per scoprirne la morbidezza e, se è il caso, sono persino da radere. Se siamo consapevoli delle conseguenze, le nostre mani femminili possono farsi barbiere oppure lisciare le barbe blu dell’Animus (il principio maschile che abita in ogni donna); se la coscienza femminile ha dis-velato la stanza segreta ormai, ha affrontato la prova trasformando se stessa e dando una luce più umana alle ombre blu dello sposo, del padre, del Padre. A ognuno il suo blu, nel profondo dell’essere.

 

Le autrici dell’articolo (che, insieme, stanno preparando un libro di fiabe in veste alchemica)

  • Valeria Bianchi Mian è Psicologa Clinica, Psicoterapeuta Individuale e di Gruppo, Psicodrammatista junghiana, scrittrice
  • Valentina Marra è Psicologa Clinica, Psicoterapeuta Analitica Archetipica in formazione, Esperta in Psicolodiagnostica Rorschach

 

 

 

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