E poi, i bambini. I nostri figli al tempo del coronavirus
Un tempo i ragazzi si divertivano con mezzi di fortuna in un cortile o sul marciapiedi. Ma ai giovani di oggi è stato negato anche quello.
Un tempo i ragazzi si divertivano con mezzi di fortuna in un cortile o sul marciapiedi. Ma ai giovani di oggi è stato negato anche quello.
di Simona Pasquali
Negli ultimi due mesi ho fatto i conti, letteralmente, nel presente, con nuove necessità, in una cornice di disposizioni preventive che avevano ed hanno (non so fino a quando, se muteranno come hanno fatto tante volte in questi giorni), lo scopo di tutelare e prevenire il contagio.
Le necessità in primo luogo dei pazienti, di poter trovare accoglienza nei momenti critici, di poter sentire il Servizio e il terapeuta comunque presenti e disponibili, anche a vederli presso il Centro qualora ce ne fosse l’urgenza.
Annalisa De Filippo è una psicologa che opera da anni e che sullo stress e sull'ansia ha già scritto più di un libro. Questa volta, pubblicata da Edizioni Psiconline, ha voluto affrontare, quasi in diretta, la terribile pandemia creata dal Covid-19 e i suoi effetti psicologici. Anzi, ha voluto prorpio partire da quelli per indicare una strada che ci consenta, anche di fornte ad un trauma così importante, di trovare una via d'uscita psicologica ad un evento che, volente o nolente, ci condizionerà ancora per molti anni.
Psiconline ha voluto incontrarla ed intervistarla per scoprire insieme il libro e i suoi particolari contenuti così da permettere ai nostri lettori una conoscenza approfondita delle dinamiche utili alla gestione del nostro quotidiano interagire con la pandemia in atto.
In generale, le restrizioni che limitano la libertà, la paura del contagio e della morte nostra e dei nostri cari che ci fa sentire in pericolo, il distanziamento e l'uso della mascherina che modificano la relazione con l'altro e la percezione di sicurezza. Ed è paradossale che l'altro sia da evitare, distanziare e temere, essendo l'uomo un animale sociale che ha invece bisogno di sentirsi al sicuro nella vicinanza con l'altro. E bisogna fare i conti con il tema del lutto per diverse perdite: persone morte, esperienze mancate, abbracci e coccole non godute, provazioni, perdite economiche e sociali.
Non possiamo negare lo stress, la fatica e il senso di perdita che la pandemia inevitabilmente porta con sè: verbalizzare - in forma scritta e/o orale - quello che proviamo e pensiamo può favorire l'elaborazione del dolore; e si, possiamo addirittura cogliere questo periodo storico difficile come l'opportunità per riflettere sulla nostra vita e migliorarla.
Ad esempio lo stare più a casa aiuta ad entrare in contatto con se stessi, a volte questo può essere faticoso ma può portare a delle consapevolezze importanti su bisogni, desideri e a fare riflessioni che possono spingere ad attuare cambiamenti importanti nella propria vita. Come psicologa psicoterapeuta, credo sia necessario facilitare processi di accettazione e adattamento per ridurre la sofferenza psichica: non possiamo controllare gli eventi negativi ma possiamo prendere il controllo della nostra reazione.
Possiamo essere più che resilienti: antifragili! Se siamo resilienti resistiamo, se siamo antifragili miglioriamo. La domanda di fondo è: cosa possiamo farne di tutto questo dolore? Ad esempio, la pandemia mette i riflettori sul tema della malattia e della morte; pensare alla morte, unica cosa certa che abbiamo e che spesso cerchiamo di rimuovere, può far riflettere maggiormente sulla vita: cosa vorrei fare prima di morire? Il solo porsi questa domanda potrebbe far esplodere voglia di vivere ed energia da canalizzare in obiettivi che favoriscono la realizzazione personale e il benessere.
Il libro non è stato scritto per allarmare sugli effetti negativi ma per mettere in luce l'importanza di elaborare quello che sta succedendo non solo per aiutare noi stessi ma anche per tutelare le generazioni future che, come detto prima, potrebbero esserne influenzate: cerchiamo di trasmettere forza e capacità di reagire anziché panico e angoscia, che possiamo appunto elaborare. Infatti, l'atteggiamento mentale con cui affrontiamo un evento negativo può influire sulla nostra capacità di mitigarne gli effetti psicologici negativi. Inoltre si vuole dare un messaggio positivo: è possibile non solo affrontare e superare un'esperienza stressante e traumatica ma anche trasformarla in possibilità di apprendimento, crescita e miglioramento.
Ad aprile 2020, nel pieno inizio dell'emergenza sanitaria, io ho perso mia nonna per Covid-19: l'esperienza dell'essere impotente e chiusa in casa mentre una persona cara era malata in un letto di ospedale mi ha toccato da vicino, ed è a lei che dedico questo libro; in suo onore ho deciso di devolvere i miei proventi ad un'associazione per sostenere progetti di accompagnamento alla morte di malati inguaribili.
Ringraziamo la Dottoressa De Filippo per la sua testimonianza e vi invitiamo a leggere il suo libro per comprendere ancora meglio le dinamiche profonde che intervengono nella nostra vita sociale e personale e come fare per gestirle al meglio.
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