Salve a tutti, sono nuova qui, mi sono iscritta perché in questo momento mi sento così sola.
Sto da più di due anni col mio ragazzo conosciuto all'estero, e lui è l'unica ragione per cui sono rimasta dopo quella che doveva essere una breve esperienza. Dopo un anno abbiamo avuto forti crisi, per via del suo comportamento scorretto, ovvero ho scoperto che ha mantenuto e creato contatti con altre donne. Dopo la scoperta è iniziato il calvario, nonostante lui mi abbia detto piangendo di aver capito di voler stare solo con me, e che lo rendo felice come nessuna... momenti di felicità immensa, alternata a momenti bui causati dai brutti pensieri. Uscendone abbiamo deciso di andare a convivere, e dopo un lungo percorso pensavo che il rapporto fosse tornato più forte di prima. La ricerca della casa non è stata quasi mai frenetica, e fra viaggi di entrambi, vacanze insieme e problemi al lavoro, gli ho dato tutto il tempo necessario, e da parte di entrambi ci sono sempre stati riferimenti al futuro insieme. Ma la ricerca è sempre stata più che pratica teorica, nel senso che lo dicevamo ad amici e parenti i, ma niente di fatto.
La situazione qui dove vivo si è fatta pesante. Vivo col proprietario, una persona estremamente sporca e disordinata che ultimamente ha cominciato a invadere i miei spazi. A cuore aperto gli ho detto dell'urgenza di iniziare a cercare più seriamente, che è il momento giusto per andarmene perché non vivo più serena così, e ormai sento il naturale bisogno di svegliarmi insieme a lui. La risposta è stata: "Non sono pronto", "Voglio stare da solo". Mi sono arrabbiata, ho pianto, e stufa dei suoi monosillabi ho preso ciò che potevo raccogliere e sono uscita da casa sua dicendogli di non toccarmi se le sue intenzioni sono queste.
Mi ha seguito mentre camminavo, dicendomi che non lo pensava veramente, che senza di me è perso, ma che ha paura di deludermi vivendo insieme, e che vada male.
Mi dice che inizierà a cercare seriamente, che anche un monolocale andrà bene per noi, che a me tiene tanto e vuole stare con me, ma il mio parlare di voler figli in futuro lo spaventa perché non si vede come padre.
Mi sono convinta a salire, e la scena è stata poco meno penosa della prima, sempre con me che parlavo mentre lui non si esprimeva se non lo pregavo di dirmi cosa pensasse. Piangevo e me ne volevo andare, lui mi ha chiesto di rimanere e mi ha abbracciato durante la notte.
Come faccio a credere che parole così forti siano dette senza una vera convinzione? Ho 25 anni, lui 36, e sono stufa di fare la pendolare per passare ogni attimo libero con lui, tagliando il tempo anche alle poche amicizie create qua. Non so se poter sperare ancora in un futuro insieme a lui che potrebbe essere la gioia della mia vita, non so se giustificarlo, ne' condannarlo, so che tiene a me ma non mi basta più dopo i sacrifici fatti... Vi prego aiutatemi a capire.
C.