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La natura del Verde

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François Boucher 1703 1770 Francedi Valentina Marra e Valeria Bianchi Mian

Continua l'excursus tra i colori più vividi dell'anima, per una mappa di Cromoterapia Archetipica. Valeria Bianchi Mian e Valentina Marra ci conducono nei toni del Verde, in miti e storie antiche.

Verde è Afrodite

di Valentina Marra

Sotto i passi delle Dea crescevano erbe di colore verde atte a far comprendere quanto l’amore avesse la capacità di trasformare gli aspetti terreni elevando la coscienza a uno stadio superiore. Presso gli Egiziani il verde era il colore di Osiride resuscitato. Verde è anche il Chakra del cuore, Anahata, elemento aria che unisce cielo e terra. La sua capacità è quella di equilibrare, essendo, il rosso, il suo complementare. Un’antica leggenda massonica racconta che Lucifero, ribellandosi a Dio, un giorno dovette combattere con San Michele; si narra che, alle potenti parole dell’Arcangelo: "Chi è simile al Signore?", lo smeraldo che Lucifero portava sulla fronte cadde dal cielo per inabissarsi in mare. Lo smeraldo di Lucifero era il simbolo dell’adattamento profondo che esisteva, prima della ribellione, tra la dimensione interiore e quella esteriore. La leggenda continua e racconta che un marinaio raccolse lo smeraldo e lo taglió, ricavandone una coppa con centoquarantaquattro sfaccettature, la coppa del Graal. Sul piano simbolico il marinaio rappresenta ogni aspirante che, mettendosi in ascolto della propria dimensione femminile, l’acqua del mare, trasmuta il suo Io in una coppa, Grande Madre generativa.

Per i Cristiani, di colore verde è la Speranza, Virtù teologale. Come ben sappiamo, il Cristianesimo si è sviluppato in climi temperati, in cui l’acqua e la vegetazione rigogliosa, la coltivazione di verdure sono presenze e attività  normali. Diversamente avviene per l’Islam, le cui tradizioni sono nate come miraggi, al di sopra dell’immensità ostile e ardente dei deserti e delle steppe. La bandiera dell’Islam è verde. Per i musulmani, questo colore costituisce l’emblema della salvezza e il simbolo delle più grandi ricchezze, materiali e spirituali, la prima delle quali è la famiglia:

Verde era, si dice, il mantello dell’Inviato di Dio, sotto il quale c’erano i diretti discendenti: Fatima, sua figlia, Alì, suo genero e i loro due figli Hasan e Husayn".

Essi si rifugiavano lì nell’ora del pericolo e in questo quadro vengono chiamati “i quattro pilastri sotto il mantello”, ovvero i quattro elementi con i quali Maometto costruì il suo tempio.

Lontano dall’azzurro celestiale e dal rosso infernale, entrambi assoluti e inaccessibili, il verde è mediatore fra il caldo e il freddo, fra l’alto e il basso. Così scrive Chevalier:

"Visnu, portatore del mondo, è rappresentato sotto forma di una tartaruga dalla testa verde e, secondo Fulcanelli, la dea indiana della materia filosofale, che nasce dal mare di latte, ha il corpo verde come la Venere di Fidia."

  • Chevalier J. & Gheerbrant A., Dizionario dei simboli, Bur saggi.
  • Hillman H., La giustizia di Afrodite, Edizioni La Conchiglia.
  • Pastoureau M. & Calza G.,Verde. Storia di un colore, Ponte delle grazie.

 

L'energia vitale del Verde

di Valeria Bianchi Mian

Macrocosmo e microcosmo in armonia si incontrano nel verde.

Elogio del verde fecondo, della generazione dal seme alla pianta, e poi, nella terra e dalla terra, la rivivificazione. La Badessa Hildegard Von Bingen (nata nel 1098), perfetta immagine di Papessa, associava alla viriditas la salute, la pace tra corpo anima e spirito.

Vivere in armonia con la propria natura, a braccetto con la divina Natura, è il segreto del benessere. Di natura han parlato tanti filosofi, che sia natura agente o naturata - Spinoza. In tutte le accezioni i pensatori, i mistici, i poeti hanno tracciato il filo che connette le stagioni della vita alla terra madre. Hildegard, certamente, vide il Dio nel verde. Noi possiamo rintracciare i rami del Sé in quell'albero della Vita che abita in noi ed è essenza che cresce e si esprime e sboccia in sogno, verso, parola, persino opera. Nel germoglio c'è la forza abbozzata, ancora inespressa: la vede la Badessa, la scorgerà Gustavo Rol (nella visione della tremenda legge che al verde collega anche la quinta musicale). La possiamo sentire anche noi, se stiamo in ascolto tra dentro e fuori.

"O Viriditas nobilissima, che hai radici nel sole, e in candida serenità riluci nella ruota che nessuna altezza terrena contiene, tu sei circondata dall’amplesso dei divini misteri. Risplendi come la rossa aurora E ardi come la fiamma del sole." (H. Von B. - Lied 39)

Quando microcosmo e macrocosmo si incontrano, è la sinfonia del verde, il disegno, la traccia della vitalità: nascono gemme e scrivono la nostra esistenza creativa, diventano realizzazione della pianta. C'è pace, c'è completezza, pur sapendo che l'opera è questione sempre in fieri. Nel Vas ermetico, verde è una tappa, ma oro è anche un po' verde quando trova il centro. In Mysterium Coniunctionis, Carl Gustav Jung indica nel rosso l'incontro del verde con la coscienza e con il sentimento dell'Io in relazione al Sé. La prima immagine che mi viene in mente è la rosa, un bel fiore rosso e profumato, importante nella simbologia dell'alchimia. Per alcuni, nel verde è compreso principalmente il discorso di Venere, aspetto femminile dell'opera tutta, con rischi annessi e connessi: quando le piante esagerano, escono fuori dal vaso, crescono nel cemento, vanno potate, contenute. L'eccesso di viriditas ci ricorda la nemica di Batman, la tremenda (tremenda legge!) Poison Ivy.

Punti di vista, forse, o tutti aspetti del caso per una corretta amplificazione e per una visione completa. A me viene in mente il verde che ha preso possesso delle strade delle nostre città durante la Quarantena del 2020.

Senza la frenesia umana intorno, qualche piantina ha potuto risorgere. Fino allo sfalcio, in agguato a partire dalla prima riapertura delle porte. Per Hildegard no, non solo. Verde è unione realizzata tra corpo e anima, quando entrambi trovano lo spirito e lo accolgono.

Stare nel verde è ascoltare la linfa immaginale che scorre in noi così come circola il sangue.

La Psicologia Alchemica ci aiuta a essere qui e ora nel percorso che ci fa individui individuati, traendo spunto dalla realtà interna in collegamento con l'esterno. Quando si parla di colori, per esempio, come il "serpente verde" o "il leone verde", o ancora "il sangue verde", si intende indicare le operazioni che gli adepti erano impegnati a realizzare nell'alambicco, ma anche - così ci insegnano Carl Gustav Jung prima e James Hillman poi - le modificazioni che avvengono dentro di noi. Sentire il verde richiede attenzione, cura costante del terreno nel giardino interiore. L'elemento verde è connesso con la spiritualità ma anche con il corpo delle cose e occorre essere un po' anime giardiniere per conoscere i ritmi delle stagioni, la giusta maturazione dei fiori e dei frutti. Così come avviene fuori da noi, dentro si svolge la vita del bosco, una storia di orto e foreste, a seconda delle età che viviamo, del contesto nel quale ci troviamo a fare esperienza e delle narrazioni che ci riguardano.

C'è un soffio divino nel verde, pensa Hildegard: il Vir spirito della crescita, l'essere rigoglioso che ci dona energia vitale.

"Verde, ti amo verde
sotto la luna gitana
tutti possono vederla
ma lei non può
."
(Garcia Lorca)

Il Leone Verde viene citato nella letteratura alchemica come sinonimo del solvente o “fuoco contro natura” e acido che tutto corrode. Nei testi ermetici viene disegnato come un Leone verde che divora il Sole (Rosarium Philosophorum). Questo Leone è l’emblema del processo di estrazione della materia prima degli alchimisti, del Fuoco Segreto che solo gli alchimisti sanno preparare.

  • J. Hillman, Psicologia Alchemica, Adelphi.
  • Anne Lise Marstrand-Jørgensen, La guaritrice. Il romanzo di Ildegarda di Bingen, Universale Economica Feltrinelli.

 

 

 

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Guerra e Atto Violento
Il colore della rosa
 

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