Valentina Marra e Valeria Bianchi Mian
Il colore non colore della notte ci guida alla scoperta della luce nel buio.
Nera è la notte
di Valentina Marra
“Prima delle luce la terra era informe è vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’Abisso”
(Genesi, 1-2)
Ogni viaggio è un colore, un colore che si attraversa, un colore che illumina, un colore che ci costringe a sostare. Il colore nero rappresenta la fine ma anche l’origine di ogni nuovo inizio. Così come il bianco, il nero si può associare alle due estremità, quella dei colori caldi e quella dei colori freddi, a seconda dell’opacità o della brillantezza. Diventa la somma dei colori, la loro negazione o la loro sintesi. Contro-colore di ogni colore, associato alle tenebre primordiali, all’indifferenziato originario. A differenza del bianco, che viene accostato all’asse est-ovest legata al cambiamento, il nero si colloca sull’asse nord-sud che è quello della trascendenza assoluta dei poli. Così il nord è nero per i Cinesi, gli Aztechi e per gli Algonchini.
Il nero è il caos.
Considerato come l’assenza di colore, il nero assorbe la luce e non la restituisce. Esso evoca il Caos, il Nulla, le Tenebre della Notte, il Male e la Morte.
Ma non dimentichiamo che il nero è anche terra fertile così come è scritto nel Vangelo:
“Se il grano non muore”. La terra contiene le tombe che diverranno dimora dei morti e prepara, con lenta lavorazione, la rinascita. Per tal motivo le cerimonie in onore di Plutone, Signore degli Inferi, comprendevano sacrifici di animali neri ornati con nastri dello stesso colore. Tali sacrifici potevano avere luogo solo nelle tenebre e la testa della vittima doveva essere rivolta verso la terra.
Nero come le profondità dell’oceano.
Le profondità abissali sono dimora del Dio Nettuno. A lui era usuale sacrificare tori neri, in quanto evocatore della forza, del caos, della confusione e del disordine. È proprio per tal motivo che il nero è associato all’oscurità delle origini e precede la creazione di tutte le religioni.
Per la mitologia greca, lo stato primordiale del mondo era il Caos.
Il Caos generó la Notte che sposò suo fratello l’Erebo: ebbero un figlio, l’Etere. Così dalla Notte e dal Caos inizió ad apparire la luce della creazione. Ma, nel frattempo, la Notte aveva generato il Sonno, la Morte e tutte le miserie del mondo come la Povertà, la Malattia, la Vecchiaia.
Malgrado l’angoscia provocata dalle tenebre, per i Greci, la notte era considerata Euohron ossia “madre del buon consiglio”. Pensiamo, infatti, che proprio durante la notte arrivano le soluzioni ai dilemmi, è così vale il detto: “ la notte porta consiglio”
L’opera al nero: la nigredo.
La prima grande trasmutazione alchemica.
È un processo attraverso il quale la vita abbandona gradualmente la materia, dando origine a un composto informe e putrido. Il processo di putrefazione che trascina la materia in uno stato di fermentazione che a sua volta porta alla luce una nuova forma di vita. Da un punto di vista iniziatico, questa fase indica la morte simbolica dell’adepto. Il colore nero e l’oscurità della notte sono i simboli per eccellenza della Nigredo. Le tenebre indicano quegli aspetti di sé invisibili e sconosciuti, che aspettano di essere illuminati dalla luce dell’alba. Tale stato è governato da Saturno, colui che porta lentezza, pesantezza ma anche fissità e saggezza. Nella Divina Commedia, la Nigredo corrisponde al passaggio di Dante Alighieri all’inferno.
Il Nero: un passaggio verso i colori
di Valeria Bianchi Mian
Zolfo, Sale e Mercurio sono i tre elementi chiave del procedimento alchemico che, all’inizio, brancolano nel buio, si agitano nel nero e corrispondono alla tematica dei metalli scissi, quelli che Porfirio - come riportato da Carl Gustav Jung in Mysterium coniunctionis, suggerisce di recuperare e riunire per poter ascendere in sé stessi. In questo stadio il metallo d’elezione è il Piombo.
"Piantare un albero nella casa di Saturno" significa dare inizio al percorso alchemico. All'inizio dell'Opera, gli elementi, sono separati e nell'uomo abita "un mondo in miniatura", un cosmo da riordinare. All'inizio della grande Arte, tutto è imperfetto.
Piantare un albero nella casa del primo arconte è iniziare il processo, partendo proprio dal vecchio Sole Nero, dal buio delle nostre ataviche paure, dai moti d'Ombra, dal sintomo che portiamo all'analista. L'albero, nel tempo, va curato affinché cresca rigoglioso dentro di noi. Saturno è il nostro "umbra solis", ma non vive soltanto come "praefectus carceris", Signore della "Melencolia", Dio della depressione. Piantando un albero dentro il giardino interno, suoniamo il La per una sinfonia di immagini da associare al primo barlume nel vuoto. Come quando, non appena comincia il percorso terapeutico, un paziente - stupito - prende a ricordare i sogni.
Il nero in autunno.
In questi giorni di ottobre le vetrine dei negozi si vestono a festa in nero e arancione. Mentre quest’ultimo colore si apparenta alla vegetazione autunnale, ai frutti e alle verdure di stagione, il nero ci richiama alla mente la notte di Ognissanti, l’evento che ci vedrà ancora una volta partecipi di quel passaggio tra la vita e la morte che per la società del consumismo si chiama Halloween e per gli appassionati di mitologie e leggende, di percorsi neopagani e magici, porta il nome di Samhain. Nero è un colore perfetto per le notti autunnali, per il transito simbolico che accompagna il Sole verso l’ultimo sonno prima della ripresa, Invictus, evento che riguarderà l’inizio dell’inverno.
Il nero ci richiama alla mente l’idea della congiunzione in Nigredo - il matrimonio tra Ade e Persefone. Per sei lunghi mesi Core, la bella figlia di Demetra, sarà Regina degli Inferi.
Per poi ritornare a correre nei prati in primavera.
Il nero ha le sue pietre e i suoi fiori, le sue gemme e i suoi elementi naturali, le sue poesie.
I fiori neri (o quasi) non sono frequenti in natura. Sono, in genere, il risultato di attente selezioni. Per “nero” si intende, naturalmente, una tonalità molto scura che può essere all’origine un viola, un rosso ecc. Il tulipano nero, per esempio, è stato selezionato ma oggi si comporta autonomamente, riproducendosi come una nuova specie.
Le gemme nere più caratteristiche sono la tormalina nera, il quarzo affumicato, l’ossidiana - vetro vulcanico in disposizione caotica - lo zircone e l’onice.
Tra gli elementi naturali, il carbone (o carbon fossile), un combustibile fossile o roccia sedimentaria estratto da miniere sotterranee o a cielo aperto, o prodotto artificialmente.
E in poesia?
Il colore nero ritorna nei versi di moltissimi autori, nella poesia classica, moderna e contemporanea. Peschiamo nel nero due elementi, uno dei quali ci offre un’immagine fiabesca del nostro colore del mese:
Inventai il colore delle vocali! – scrive Arthur Rimbaud:
A nera, E bianca, I rossa, O blu, U verde. Regolai la forma e il movimento di ogni consonante, e, con ritmi istintivi, mi lusingai d’inventare un verbo poetico accessibile, un giorno o l’altro, a tutti i sensi.
Gianni Rodari, invece, ci dice i colori dei mestieri:
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzan prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
[cit. tra virgolette da Mysterium Coniunctionis, C.G. Jung]
Chevalier J., Gheerbrandt A., (1999) Dizionario dei Simboli, Rizzoli, 1999, Milano.
Edinger E., (2008), Anatomia della psiche, Edizioni Vivarium, 2008, Milano.
Jung C.G., Psicologia e Alchimia, (2006), Bollati Boringhieri, 2018, Torino.
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