Depressione (162610)
Silvia, 23
Gentile Dottore,
ho 23 anni e qualche anno fa, in un paio di sedute
dallo psicologo scolastico, mi venne diagnosticato un possibile disturbo
distimico ma cambiando scuola non ebbi possibilità di approfondire. I
miei disturbi all'epoca erano: scarsa sicurezza in se stessi e nelle
proprie possibilità, senso di inadeguatezza e solitudine, odio nei
confronti del mio corpo, tendenze autolesioniste e pensieri suicidi,
anche se mai portati a termine.
Per 7 o 8 anni circa, la mia situazione
è stata un altalenarsi di momenti relativamente sereni e picchi negativi
dove i sintomi sopra citati si intensificavano; recentemente, però, una
serie di avvenimenti hanno peggiorato i miei disturbi: sono andata a
vivere in un altra città per studio e la lontananza dalla mia famiglia e
dai miei amici mi ha fatto soffrire molto; inoltre la gestione della
casa in condivisione con altre persone ha aggiunto stress alla mia vita.
La facoltà che ho scelto, molto impegnativa e competitiva, mi ha fatto
passare tutto l'amore per una disciplica che adoravo e che, in fondo,
ritengo ancora quella giusta per me anche se non sto riesco più ad
impegnarmici. Questo mi causa molta sofferenza perchè l'ansia non mi sta
facendo dare esami da 2 anni e ho il timore di deludere la mia famiglia
che sta facendo salti mortali per potermi pagare università ed affito.
Il motivo scatenante, però, della mia situazione attuale penso sia la
storia d'amore vissuta negli ultimi anni: dopo anni insieme ed una
conclusione troppo repentina un paio d'anni fa, abbiamo deciso di
ritentare ma le conseguenze sono state pesantissime: lui non era
minimamente interessato al mio benessere e mi considerava inutile, un
peso al proseguimento della sua vita e quindi mi ha torturata
emotivamente per mesi facendomi sentire sempre più inadeguata, brutta e
disperata, decidendo alla fine di tradirmi con la scusa che il nostro
non era più un vero rapporto.
In quel periodo mi sono presa moltissime
colpe che non erano mie per giustificare la persona che amavo,
assistendo ad alcune sue crisi d'ira in cui mi ha anche messo le mani
addosso, ma non in maniera grave infatti non se n'è mai accorto nessuno.
Ora non lo frequento più da un anno ma sono sempre più depressa ed ai
sintomi che avevo negli anni passati, ora più forti, si sono aggiunti un
costante senso di spaesamento, la convinzione che la mia vita sia
inutile e che non riuscirò mai a risolvere le mie faccende in sospeso
(università compresa), l'impressione di non essere più in grado di fare
le cose di un tempo, che tutto abbia perso un senso.
Inizio spesso
piccole attività a cui rinuncio presto perchè mi sento inadeguata anche
nel compiere quelle. Esco da qualche mese con un nuovo ragazzo per cui
non sento nulla (e verso cui non riesco a provare desiderio sessuale)
solo perchè temo di restare sola e questo mi fa sentire estremamente in
colpa verso di lui che, invece, tiene molto a me.
Nel frattempo si è
aggiunto un problema alimentare che mi porta a mangiare praticamente in
continuazione, soprattutto di notte, causandomi un grande senso di colpa
che non riesco a far tacere se non mangiando ancora e questo circolo
vizioso mi ha portato a prendere 20 kg in pochi anni ed a odiare ancora
di più me stessa. Spero possiate aiutarmi perchè credo mi farebbe
sentire più sicura se dovessi iniziare un percorso di recupero.
Cordiali
saluti, grazie di cuore per l'attenzione.
Cara Silvia,
la situazione mi sembra complessa, credo che Lei già anni fa abbia trascurato i suoi problemi e soprattutto non abbia voluto capire le origini degli stessi. Non è sempre facile capire, o affrontare quello che ci sta succedendo, forse ALLORA HA PREFERITO "NASCONDERE LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO", ma ora i problemi vengono al pettine e tutti insieme!
Credo che la prima cosa fattibile sia organizzarsi per dare qualche esame, cominciando dai più facili. So bene che questo per Lei significa poco e magari appare irritante, però penso che per ricostruire se stessi e soprattutto la stima in se stessi bisogna cominciare a fare sforzi su aspetti realizzabili.
Ritengo per Lei sia indispensabile ed urgente individuare qualcuno che possa aiutarLa sia a superare l'attuale "impasse ", sia a capire le cause profonde delle gravi sofferenze che l'affliggono.
Sperando di poterLe essere utile, La saluto.
S. Bertini
(Risponde il Dott.ssa Susanna Bertini)
Pubblicato in data 16/05/2013